Sotto la spada di Damocle di una procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea, il nostro legislatore ha abrogato il comma 6-bis dell’art. 17 del D.lgs 8 aprile 2003, n. 66, (Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro). Tale norma, introdotta dalla legge finanziaria del 2008 per sopperire alla cronica carenza di personale che affligge il nostro servizio sanitario nazionale, stabiliva la derogabilità nei confronti del personale sanitario (medici, infermieri etc) dell’art.

7 del cit. D.lgs. 8 aprile 2003, n. 6, secondo il quale il lavoratore ha diritto ad 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore. La sostanziale disapplicazione dell’art. 7 del D.lgs. 8 aprile 2003, n. 6 consentiva, di fatto, lo svolgimento del c.d. “turnino”, tristemente noto agli operatori del settore, (mattina/notte ore 7/14 e 22/7 nella stessa giornata) ed il turno pomeriggio e mattino successivo (14/22 e 7/14), con gli orari: mattina 7/14, pomeriggio 14/22, notte 22/7. Turni massacranti che, oltre che fonte di stress per medici ed infermieri, costituivano, come denunciavano da tempo le organizzazioni sindacali, anche un serio fattore di rischio per la salute dei pazienti. La normativa europea, adottata peraltro da tutti gli Stati membri dell’Unione, impone invece un tetto massimo di 48 ore di lavoro settimanale (comprese le reperibilità), lo svolgimento di turni non superiori alle 13 ore di lavoro e, come detto, di garantire 11 ore di riposo continuativo.

Il piano straordinario di assunzioni del Governo

Con l’entrata in vigore delle nuove - in realtà vecchie - norme, negli ospedali, già penalizzati dai reiterati blocchi delle assunzioni, si rischia però il caos. Gravi disservizi potrebbero verificarsi, soprattutto, in sala operatoria ed in pronto soccorso. Per fronteggiare l’emergenza, il Governo intende varare “un piano straordinario di assunzioni”: si stima che, per coprire le piante organiche, occorrano almeno 3000 medici e circa 20.000 infermieri.

I costi delle nuove assunzioni si aggirerebbero intorno ai 4-500 milioni di euro. Per trovare la necessaria copertura finanziaria il Governo sta pensando di introdurre nella prossima legge di Stabilità norme che, arginando drasticamente il contenzioso sanitario, favoriscano un ricorso molto più contenuto rispetto all’attuale, da parte dei medici ospedalieri, alla c.d. medicina difensiva, che allo Stato oggi costa, secondo i calcoli fatti, all’incirca una decina di miliardi. Per i pazienti, insomma, meno rischi per la salute, ma anche meno diritti e minori tutele?