Arriva il riscontro della Commissione lavoro alla Camera sull'arrivo di un emendamentoutile adallargare la platea delle pensioni anticipate opzione donna a tutte le naturali aderenti, dopo i potenziali blocchisorti in relazione agli adeguamentiInps per le aspettative di vita. Per queste lavoratrici "si chiede di eliminare i 3 mesi dal computo dell'età anagrafica di cinquantasette anni e tre mesi e di 58 anni e tre mesi" afferma l'On. Cesare Damiano, riferendosi nel primo caso alle lavoratrici dipendenti e nel secondo caso alle autonome. Nel testo dell'emendamento si chiede inoltre di avviare anche un'attento monitoraggio delle risorse impiegate dall'Inps, al fine di verificare coloro "che utilizzeranno effettivamente opzione donna", per comprendere quante "risorse verranno realmente impiegate".
L'idea è quella di poter destinare alla tutela di altri pensionandieventuali parti del budget messo a disposizione per l'iniziativa, qualora risultasse superiore alle necessità o parzialmente inutilizzato.
Pensioni opzione donna, ecco i prossimi passaggi parlamentari
La conferma della votazione positiva dell'emendamento in Commissione lavoro rappresenta l'ennesimo risultato costruttivo raggiunto dal Comitato opzione donna, che ha svolto un lavoro incessante al fine di far valereil diritto delle lavoratrici al pensionamento e di sbloccare la decisionepresainizialmente dall'Inps (a cui è seguito il congelamento delle domande). Adesso bisognerà attendere i successivi passaggi parlamentari, visto che nelle prossime settimane vi sarà da superare l'esame della Commissione bilancio alla Camera e infine la votazione della legge di stabilità 2016 ad opera dei Deputati.
La notizia dell'approvazione riguardante l'emendamento firmato dall'On. Damiano rappresenta comunque un significativo passo in avanti per il ripristino all'opzione donna nei confronti non solo di una parte della platea, ma di tutte le lavoratrici che hanno maturato il diritto alla quiescenza tramite il raggiungimento dei requisitianagraficiecontributivi.
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