Rivalutazione delle Pensioni nel 2016: assegni pensionistici più bassi per consentire di recuperare l’indicizzazione dello 0,1% del 2015 e la mancata rivalutazione dei trattamenti stessi. Infatti, leggendo il decreto n. 280 del Ministero dell’economia e delle finanze pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1/12/2015, all’art. 2 è stabilito che ‘la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2015 è determinata in misura pari a +0,0 dal 1° gennaio 2016, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l'anno successivo’.

Tuttavia, la percentuale 0,0% è un valore provvisorio ed il valore definitivo potrebbe anche cambiare, ma gli effetti in caso di rivalutazione positiva si avrebbero solo nel 2017.

Come si calcola la perequazione?

L’Istat comunica annualmente la variazione percentuale dell’indice dei prezzi al Ministero dell’economia e delle finanze che, alla fine di ogni anno, emana un decreto con il quale indica in via provvisoria la percentuale di perequazione automatica per le pensioni per l’anno seguente e comunica, contestualmente, il valore definitivo dell’aumento delle pensioni per l’anno in corso – valore che può coincidere o meno con quello indicato l’anno prima in via provvisoria.

L’art. 1 del decreto appena pubblicato stabilisce che ‘la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per il 2014 è determinata in misura pari a +0,2’.

Ora, poiché nel 2015 la previsione del valore era stata stabilita presuntivamente nello 0,3%, ed invece con il suddetto decreto il valore definitivo per il 2015 è sceso a 0,2%, ciò significa che ci saranno effetti negativi sulle pensioni già dal prossimo mese. I pensionati, infatti, dovranno restituire da gennaio 2016 lo 0,1% in più percepito quest’anno.

Il meccanismo di perequazione automatico delle pensioni – attualmente applicato – è stato introdotto dal decreto legislativo n. 503/92, il quale ha stabilito ‘gli aumenti degli importi pensionistici sulla base dell’adeguamento del costo della vita (perequazione da stabilire con cadenza annuale)’. Quest’anno, per la prima volta nella storia della previdenza italiana, la rivalutazione è negativa e, dal 1995 ad oggi, non è mai accaduto.

In 20 anni c’è sempre stato un incremento delle pensioni: il valore massimo è stato del 5,4% (nel 1995) e il valore più basso è stato 0,2% (nel 2014).

Quest’anno, il tasso percentuale definitivo del 2015 con riferimento al 2014 sarebbe dovuto essere negativo se non si fosse intervenuti con il decreto legge n. 65 del 21 maggio 2015 con il quale si è potuto evitare, per la prima volta, che l’ammontare contributivo si riducesse anziché aumentare.

Importi pensione 2016

In definitiva, sebbene il tasso di rivalutazione delle pensioni per il 2016 sia pari a zero, da gennaio prossimo solo i trattamenti pensionistici di importo compreso tra 3 e 6 volte quello minimo aumenteranno lievemente per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n.

70/2015 che stabilì illegittimo il blocco dell’adeguamento delle pensioni stabilito nel 2012.2013.

Invece, chi percepisce una pensione inferiore a tre volte o superiore a sei volte il minimo, sarà tenuto a restituire lo 0,1% in più incassato nel 2015, proprio perché, come detto sopra, l’anno scorso il valore provvisorio fu dello 0,3% mentre quello stabilito con il decreto del Ministero pubblicato il 1 dicembre è il valore definitivo ed è 0,2% con conseguente obbligo per i pensionati della restituzione della differenza percepita.