La “supplentite” nella Scuola italiana non è stata ancora debellata. Nemmeno con la Buona scuola di Renzi che pure aveva messo tra gli obiettivi prioritari della riforma scolastica proprio l’abbattimento del precariato. E così, a circa tre mesi dall’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, nelle scuole italiane sono da coprire ancora 8.000 cattedre per la carenza di candidati o per la non accettazione della nomina, mentre circa 15.000 docenti immessi in ruolo con la fase C delle assunzioni hanno preferito differire la presa di servizio conservando la supplenza annuale.

Procedura di nomina delle supplenze: svuotamento graduatorie Gae e GI

La copertura delle cattedre rimaste scoperte avverrà dunque scegliendo i docenti dalle graduatorie ad esaurimento. Solo in caso di mancanza di candidati per una determinata classe di concorso, si ricorrerà ai nominativi inseriti negli elenchi delle graduatorie di Istituto. Sarà cura dei direttori degli uffici scolastici comunicare ai presidi di ciascuna provincia quali classi di concorso delle graduatorie ad esaurimento saranno terminate, in modo da proseguire con le graduatorie di Istituto.

Inserimento docenti fase C assunzioni: caos sulle professionalità e sull’orario di servizio settimanale

Tuttavia, l’inserimento dei nuovi docenti immessi nella fase C della Buona scuola si sta rivelando più complicata delle aspettative.

Essendo stai nominati al di fuori delle richieste di potenziamento delle scuole, in molti, fa sapere il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, stazionano nelle sale dei professori attendendo l’inserimento in qualche attività didattica, anche pomeridiana.

Le operazioni di svuotamento delle graduatorie ad esaurimento hanno prodotto distorsioni nell’assegnazione delle cattedre, con molte discipline rimaste scoperte per mancanza di insegnanti abilitati.

Con il paradosso che avvocati o commercialisti, neoassunti nella fase C, ma con esperienza di insegnamento pari a zero, siano stati assegnati ai licei, ma senza una specifica mansione che ne giustifichi l’assunzione.

In più, non ci sono direttive per quanto riguarda l’orario di lavoro dei nuovi prof: la direttrice dell’ufficio scolastico pugliese, pur riconoscendo la professionalità dei nuovi docenti, non sa se farli impiegare per 18 o per 24 ore settimanali. Il ministero dell'Istruzione, sulla questione, non si è ancora espresso.