Come già previsto da molti, è destinato a passare nuovamente sotto l'esame della Corte Costituzionale il nodo riguardante le rivalutazioni delle Pensioni, dopo che la stessa aveva bocciato il taglio previsto dalla riforma Fornero del 2011. Questa volta ad essere contestatoè il cosiddetto "bonus Inps", che di fatto ha rimodulato l'intervento già attuatoin precedenza prevedendo un nuovo criterio di progressività in favore di coloro che possiedono un assegno più basso. Se questo sarà sufficiente per chiudere in modo definitivo la questione, non è però ancora dato saperlo, visto che della Consulta potrebbe arrivare un nuovo giudizio negativo.

Ad essere messo sotto torchio è il decreto legge 65/2015, convertito successivamente in legge dello Stato numero 109/2015. L'invio degli atti alla Corte Costituzionale è avvenuto invece dopo unricorso pressoil Tribunale di Palermo, il quale ha poi deciso per la ritrasmissione degli atti processuali.

Governo e rivalutazioniInps: qual è la posta in gioco?

Stante la situazione, appare chiaro che la decisione della Consulta potrà avere conseguenze importanti per tutti gli attori coinvolti: da un lato c'è il Governo, che potrebbe trovarsi spiazzato su di un importante capitolo di spesa. Dall'altro lato vi sono quei pensionati che ritengono ingiusto il metodo di calcolo delle rivalutazioni adottatodall'esecutivo.

Ricordiamo che quest'ultimo prevede una diminuzione progressiva del bonus al crescere del reddito, partendo però da un moltiplicatore di tre volte la pensione minima (al di sotto del quale la rivalutazione è stata comunque assicurata). Da 3a 4volte l'importo dell'assegno sociale si ha diritto ad una rivalutazione quasi piena, mentre si scende a circa la metà tra 4 e 5 volte l'importo.

Infine, tra 5 e 6 volte la pensione di base il bonus Polettiscende ad un quinto del dovuto, fino ad azzerarsi. Non resta quindi che attendere il nuovo pronunciamento della Consulta per capire come andrà a finire questo ennesimo capitolo, fermo restando che in caso di parere contrario il Governo dovrà tornare a mettere mano sulla questione per l'ennesima volta.

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