È sempre il tema riforma Pensioni a tenere banco e continuano ad arrivare di ora in ora ulteriori indiscrezioni. La flessibilità in uscita per il momento resta un miraggio. Nonostante le promesse fatte dal Governo e dai vari personaggi di spicco, il tema pare non rientrare ancora nei piani dei lavori di Palazzo Chigi. Almeno per le prossime settimane, dunque, il tema flessibilità in uscita non verrà toccato. E non è un segreto il fatto che anche il Presidente del Consiglio Renzi stia cercando di rinviare il più possibile il capitolo relativo alle pensioni.
Riforma pensioni, le proposte per la flessibilità in uscita
Le preoccupazioni del Premier sono sia di natura elettorali, visto che l'intervento non sarebbe a costo zero e sia per quanto riguarda i giudizi da parte dell'Unione Europea che è sempre in allerta contro una contro-riforma che potrebbe riaprire la questione dei conti pubblici. La riforma pensioni quindi è meglio lasciarla da parte per il momento, e toccare argomenti meno sensibili come le unioni civili e la riforma della pubblica amministrazione. Provvedimenti che sicuramente pagano di più dal punto di vista elettorale e costano anche meno economicamente. Il tema riforma pensioni, sul quale è tornato a discutere anche Damiano negli ultimi giorni ,rimane comunque di primo piano e le proposte per la modifica della legge Fornero sono molte e, infatti, si sta cercando di arrivare a costruire un testo unico che faccia da sintesi, visto che sono oltre 15 i disegni di legge depositati in questi ultimi quasi tre anni.
Basterebbe un po' di volontà in più per arrivare ad un intervento concreto.
In attesa che il Governo si occupi della Legge Fornero, l'argomento riforma pensioni tornerà a far parlare di sé col decreto legge milleproroghe che ha iniziato l'iter nelle Commissioni alla Camera proprio durante questa settimana. Si continuerà la battaglia per altre modifiche al testo sulla questione settima salvaguardia perché l'obiettivo resta quello di garantire la flessibilità in uscita anche ai lavoratori in mobilità che raggiungono il diritto alla pensione entro 2/3 anni dopo la scadenza della mobilità, così come agli stagionali e lavoratori agricoli.