Per chi desidera mettersi in proprio, aprire una attività autonoma, il 2016 potrebbe essere l’anno giusto. Infatti sono molti gli incentivi rivolti ad una vasta platea di soggetti per lanciare nuove attività imprenditoriali. Le misure per la Autoimprenditorialità emanate nel lontano 2000, con il DL 185, sono state estese anche al 2016 con un importante allargamento di platea, anche se al posto di soldi a fondo perduto, adesso si tratta di prestiti a tasso zero. Vediamo nel dettaglio cosa offre la normativa vigente sotto questi aspetti e quali sono le attività che è possibile aprire.

Incentivi 2016, quali sono e a chi sono rivolti

Una volta, gli aiuti alle nuove aperture erano in un certo modo discriminanti. Infatti erano rivolti esclusivamente a giovani ed ai residenti nelle arre più svantaggiate dello stivale. Oggi, questa sorta di discriminazione territoriale è scomparsa così come sono state eliminate alcune limitazioni di età, anche se un occhio di riguardo per le giovani leve è sempre attivo. Un programma molto importante è il Bonus Giovani e donne 2016, un concreto aiuto per chi vuole mettersi in proprio. L’incentivo massimo previsto per ciascuna domanda è di importo massimo fino ad 1,5 milioni di euro. Il progetto è rivolto a giovani fino a 35 anni ed alle donne indipendentemente dalla loro età.

Le domande possono essere fatte da qualsiasi regione d’Italia ed anche da imprese o società già avviate da meno di 12 mesi. Le domande possono essere fatte anche da singoli individui che però hanno l’obbligo, una volta accettata l’istanza, di costituire una società entro 45 giorni. Non è necessario che le società costituite, siano formate interamente da donne o giovani, ma almeno per la metà.

Quali sono le attività che si possono avviare e cosa copre il prestito

La misura copre le nuove aperture di imprese rivolte alla produzione di beni nel settore dell’industria, dell’artigianato e anche nella trasformazione di prodotti agricoli. Possibile anche aprire una attività rivolta alla fornitura di servizi alle imprese, al commercio di beni e servizi ed anche nel settore turistico alberghiero.

In altri termini, coperti quasi tutti i settori delle piccole e micro imprese. Le spese che vengono considerate ammissibili variano in base all’attività scelta ed anche la loro incidenza sul contributo generale è in percentuale in base alle diverse tipologie di imprese create. Si può spendere fino a 150mila euro per il terreno per le attività in agricoltura o per la produzione di beni e servizi. L’acquisto di macchinari è contemplato così come le spese per la formazione, le consulenze e le registrazioni di marchi e brevetti. Possono essere inserite anche le spese per i lavori edili nelle strutture da adibire alle attività, anche quelle di ristrutturazione di unità immobiliari già in piedi. Le domande vanno inviate tramite la piattaforma Invitalia seguendo la procedura telematica.

La data di partenza per le domande e per la loro relativa istruttoria è fissata dalle 12:00 del 13 gennaio. Tra la modulistica necessaria alla pratica anche il piano di impresa ed i relativi curriculum dei soggetti richiedenti. Successivamente all’invio, le domande verranno esaminate per l’eventuale concessione del prestito. L’intero iter di controllo dovrebbe terminare nel giro di una sessantina di giorni, successivamente ai quali, i soggetti ammessi al beneficio saranno chiamati ad un colloquio verbale e conoscitivo.