Saranno i risparmi della riforma della Scuola attuata dal Governo Renzi nello scorso anno a pagare lo stipendio ai docenti che non hanno cattedra. Dunque, le economie realizzate dalla Buona scuola retribuiranno i supplenti, utilizzati su larga scala anche nell’anno scolastico in corso e nei prossimi, almeno secondo quanto è stato dichiarato dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini al Sole 24 Ore: “Occorreranno ancora altri due o tre anni prima che la ‘supplentite’ possa sparire”. Intanto, si è messa una pezza qua e là per tamponare l’emergenza dei mancati pagamenti degli stipendi dei docenti che hanno svolto supplenze brevi tra settembre e dicembre con le recenti emissioni speciali del ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per il 2016, invece, il ministro quantifica in 375 milioni di euro il tesoretto derivante dai risparmi della Buona scuola, ma facendo due calcoli si scopre che non saranno sufficienti per pagare tutte le supplenze del 2016.

Buona scuola, con i risparmi si pagherà solo la metà delle supplenze del 2016

I 375 milioni arrivano dalle economie derivanti dalla differenza tra il numero originario di docenti da assumere con la riforma scolastica e quanti, poi, sono stati effettivamente immessi in ruolo. Dei centomila preventivati, alla fine ne sono stati assunti solo 87 mila e, in più, di questi, oltre 56 mila sono stati assunti solo a novembre (risparmiando, quindi, gli stipendi dei primi mesi dell’anno scolastico).

Ma il tesoretto rappresenta meno della metà dei soldi che occorreranno per le supplenze brevi del 2016: 780 milioni di euro.

Supplenze brevi e fallimenti della Buona scuola

In più, al momento, rimangono evidenziati i ritardati pagamenti a favore dei docenti che hanno fatto supplenza nei quattro mesi prima di Natale, nonostante le tre emissioni speciali di fine dicembre, del 12 e del 15 gennaio scorsi: in tutto sono stati pagati 248 mila e 700 contratti di supplenza (molti docenti hanno svolto più di una supplenza) per una spesa complessiva di 110 milioni e 600 mila euro.

Con il tesoretto della Buona scuola le prossime supplenze dovrebbero avere un pagamento più regolare, anche se permangono i problemi non risolti della riforma: innanzitutto il potenziamento non sta rispettando gli obiettivi per i quali è stato costituito, ma sta tamponando per lo più le emergenze. E, inoltre, continuano a mancare docenti di matematica e di scienze.