È ancora in sospeso la questione del bonus al merito dei docenti, che in questi giorni è stata portata alla ribalta dalle due circolari Miur che miravano a far chiarezza sui tanti dubbi espressi dalle scuole. Ma di chiarezza se n'è fatta ben poca e diverse segnalazioni dai sindacati hanno mostrato come nelle scuole ognuno stia procedendo a modo suo. Definire i criteri per l'assegnazione del bonus senza una base di partenza non è un compito semplice ed era prevedibilissimo che ci fossero interpretazioni diverse fra Scuola e scuola. C'è chi lascia il voto ai genitori, c'è chi vuole assegnarlo a chi lavora di più (alias lo staff del dirigente).
Affermando che va rispettata la legge 107, il Miur non ha fornito nessun chiarimento a parte che non ci dovrà essere una distribuzione allargata e nemmeno una ristretta.
Miur e bonus al merito: soldi sprecati?
La preoccupazione (quasi certezza) che circola riguardo al bonus al merito ai docenti, è che di assegnazione in base alla meritocrazia non vi sarà neppure l'ombra. I circa 24mila euro destinati ad ogni scuola saranno soldi sprecati? Considerando che l'autonomia lascia ad ogni comitato di valutazione (che ricordiamo si compone di tredocenti, due genitori per il primo ciclo e l'infanzia o un genitore e uno studente per la scuole del secondo ciclo più un membro esterno) la scelta dei criteri, non è prevedibile che tutti abbiano la stessa idea di merito e successo formativo.
Per non parlare delle somme. La distribuzione dei soldi non è fissa, ma lasciata allo stesso Comitato. Per cui anche in presenza di criteri simili, il docente di unascuola potrebbe ricevere cinquecento euro e un altro tremila. In ogni caso verrà a crearsi una disuguaglianza in base alla scuola a cui si appartiene e ai 'gusti' del dirigente e del comitato di valutazione.
Monitoraggio Miur e bonus docenti
E' a questo punto che il Miur ha pensato bene di monitorare la cosaattraverso la creazione di un'area dedicata al bonus al merito e costituendo un comitato tecnico scientifico che valuterà il lavoro dei comitati di valutazione. Tutto per dimostrare che il lavoro e le scelte saranno analizzate e che tutti dovranno rendere conto. Ma non sarà solo un'altra incombenza burocratica che non porterà a niente? Il dubbio c'è.