La battaglia tra il Miur e i docenti precari continua senza esclusione di colpi. Ormai è braccio di ferro a oltranza. Il Miur si appella ai ricorsi in ossequio al volere dell'esecutivo di far rispettare la legge 107 e bandisce il concorso pure in assenza di commissari. E' notizia recente della pubblicazione del calendario della prova scritta. Dall'altro alto il Tar sciorina sentenze che riconoscono i diritti dei docenti precari. L'ultima la notifica Anief citando quella del Tribunale Amministrativo Regionale che ritiene illegittimo escludere i docenti di ruolo dal prossimo concorso.Sul web fioccano i commenti ironici dei precari in relazione all'interrogazione parlamentare in favore degli abilitatipresentata da alcuni deputati del PD.

Il Tar dichiara incostituzionale la Buona Scuola

Inizia così la notizia sul sito di Anief della sentenza del Tar di dichiarare illegittima l'esclusione dei docenti di ruolo dal concorso. Viene ipotizzata la violazione degli artt. 3,4, 51 e 97 della Costituzione. Che sia ingiusto escludere i precari neo laureati e in genere tutti coloro che sono rimasti relegati nella III fascia delle graduatorie di istituto per limiti temporali ed economici sono i giudici stessi a sancirlo, checchè ne pensi il Miur che farebbe bene invece a posticipare le date delle prove dopo il 12 maggio per far posto ai “riservisti”. Così viene commentato l'accoglimento della cautelare numero 1685/16 che ora passerà al vaglio del Cds.

Rispettare la legge

Commentando le decisioni del Tar relative all'esclusione degli ITP e laureati, Il sottosegretario di Anief risponde che fintanto che non va contro la Costituzione la legge va rispettata. Esistono fortunatamente tre gradi di giudizio e si vedrà chi avrà ragione. Ne va dimenticato che attualmente pendono presso il Tar stesso alcuni ricorsi in favore degli abilitati tendenti a far dichiarare illegittimo il concorso per loro.

Anche Piero Pelù scende in campo in favore degli abilitatidefinendo trabocchetto questo ingiusto e inutile concorso. Insomma, le ostilità continuano e chi ci rimette nel frattempo sono la Scuola e le famiglie in barba alla continuità didattica.