Il Decreto Scuola nella giornata di ieri ha ottenuto l'approvazione al Senato e il ministro Stefania Giannini ha subito twittato il suo commento sul proprio profilo scrivendo: "Un altro tassello per valorizzare eccellenze e rendere il sistema più efficiente". Inutile dire quanto chi abbia seguito l'iter di questo decreto e ne conosca i contenuti, trovi questo commento assolutamente fuori luogo. Prima di tutto, ancora una volta per approvare una legge sulla scuola il Governo ha dovuto chiedere la fiducia. Solo questo basterebbe per non considerare affatto questa leggeun successo.

Per quale motivo si chiede la fiducia se una legge è valida e può essere approvata democraticamente? Ma forse ormai la democrazia è un ricordo nel nostro Paese.

Cara Giannini, il decreto scuola non valorizza nessuno

Se poi vogliamo esaminare i contenuti del Decreto Scuola, non si riesce proprio a capire chi e cosa viene valorizzato. La maggior parte dei provvedimenti inseriti (aumento dei compensi dei commissari del concorso a cattedra, obbligo di pagare i supplenti entro trenta giorni, stabilizzazione della Scuola sperimentale Gran Sasso, ecc) non sono tasselli che valorizzano qualche eccellenza, ma provvedimenti che correggono errori e storture presenti in quella legge che è stata approvata sempre a colpi di fiducia (la 107/2015).

È possibile mai che per pagare un lavoratore della scuola pubblica entro 30 giorni sia necessaria un'apposita norma? Non si tratta di un'azione scontata? Sarebbe questo rendere il sistema più efficiente? Era necessaria una legge per stabilire che il commissario di un concorso pubblico non può essere pagato 1 euro l'ora? Forse bisognerebbe riflettere sul fatto che un sistema efficiente non avrebbe una legge passata con la fiducia (perché altrimenti non sarebbe stata approvata) e che a distanza di pochi mesi richiede interventi per modificare gli errori e le ingiustizie in essa presenti.

Resta aggiornato sul mondo della scuola cliccando il tasto Segui che trovi in alto vicino al titolo.