Il ministro Stefania Giannini, durante un vertice bilaterale svoltosi all'inizio di questo mese di maggio a Villa Vigoni, aveva avuto modo di dire la sua circa la mobilità e il precariato. I docenti abilitati che erano stati ospiti di Mi Manda Rai Tresolamente qualche giorno dopo, allo scopo di manifestare il loro malcontento circa la gestione di questo concorso docenti in atto, non avevano reagito bene e subito avevano contestato quanto da lei dichiarato. Il ministro Giannini non gode certo della stima dei docenti dopo il varo della legge 107 ed ogni sua dichiarazione ormai viene interpretata con sospetto.

Americanizzazione della società italiana

Sono fioccati in rete i commenti alle dichiarazioni della Giannini rea, a dire di chi è intervenuto nel dibattito aperto, di voler trasformare l'Italia in uno stato identico a quelli degli Stati Uniti d'America, tipo il Texas o l'Arizona. Di questo passo la situazione del precariato scolasticoprecipiterà drammaticamente rendendo nulle le possibilità di trovare un lavoro, specialmente se ci si deve trasferire in ossequio a quella mobilità tanto auspicata dal ministro. La mobilità è l'antitesi alla stabilizzazione e il precariato è la condizione in cui si vuole che tutti confluiscano per consolidare gli ampi margini di profitto conseguiti dai “Grandi Capitali”.

Questa è la teoria del liberismo assoluto che arricchisce solo i potenti e impoverisce sempre di più i ceti meno abbienti.

I puntini sulle I

Non era esattamente questo che intendeva Stefania Giannini quando parlava di mobilità e precariato. Orizzonte Scuola riporta la chiosa del ministro nella quale si precisa che non è affatto vero che mobilità equivalga a precariato.

Non si può trasformare l'Italia come uno stato americano, continua il ministro; quanto alle trasformazioni sociali in atto nella nostra società dice che la famiglia tradizionale continuerà ad esistere ma la funzione di ammortizzatore sociale che aveva anni fa verrà solo indebolita dai cambiamenti in atto.

Credibilità

La fiducia nelle persone viene meno in seguito ai comportamenti effettivi messi in campo.

Se le parole del ministro sono state male interpretate questo non è dovuto a mancanza di comprensione del testo, quanto piuttosto al completo clima di sfiducia ingenerato dallo stesso ministro, incapace nella mansione in cui si trova e da più parti invitata a farsi da parte. Il senso delle controrepliche degli insegnanti, delusi e sfiduciati dal continuo disattendere legittime aspirazioni di stabilizzazione, continua a sciorinare commenti del genere appena descritto sui social.