Continua a tenere banco la delicata questione della flessibilità in uscita, dopo che il Governo ha confermatonella scorsa settimana di voler avviare i prepensionamenti tramite il meccanismo del prestito pensionistico. Questa volta ad intervenire nel dibattito è il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, che chiede ai tecnici di verificare l'adeguamento delle eventuali penalità alle reali situazioni vissute dai pensionandi. L'esponente dell'esecutivo sembra insistere in merito allevalutazioni sulle qualidovranno basarsi i tagli delle future mensilità pensionistiche, affinché questi risultino improntati all'equità sia da un punto di vista economico che sociale.
"C'è gente senza lavoro e c'è chi sta lavorando" spiega il Ministro Poletti, evidenziando quindi la differenza che intercorre tra le diverse tipologie di pensionandi e spiegando che al momento si "sta lavorando per costruire qualcosa di molto complesso". Di sicuro, per Poletti la soluzione non può essere semplicistica e prevedere quindi "un'operazione secca" per tutti.
Riforma pensioni e uscite anticipate 2016-2017: resta da sciogliere il nodo delle penalizzazioni
Stante la situazione, proprio il nododellepenalizzazioni appare come lo scoglio maggiore da superare, visto che nelle parole del Ministro del lavorosi ravvisa l'ineluttabilità di un percorso differenziato sulla base delle condizioni di disagio dei lavoratori.
"Non possiamo dire" ai lavoratori di andare "via tutti con il 3%"di taglio, quindi "non possiamo fare un'operazione uguale per tutti, alla stessa maniera". Un discorso che era già stato anticipato dal Sottosegretario Nannicini in occasione della prima apertura alla flessibilità in uscita, quando erano stati fatti tre diversi esempi in merito all'ingresso anticipato nell'Inps.
Il primo riguardava l'ipotesi di persone che avrebbero una preferenza ad andare in pensione prima. Il secondo riguardava la pensione anticipata per chi si trovava senza lavoro in età avanzata. Infine, l'ultimo prevedeva l'avvio di meccanismi legati alla riduzione di organici tramite il contributo delle aziende e dei datori di lavoro.
Tutti e tre gli scenari sarebbero stati coperti da un nuovo mercato dei prestiti pensionistici, che prevedeva anche il ricorso a banche ed assicurazioni tramite un accordo tra Inps e Abi.
Pensioni flessibili: i sindacati tornano a chiedere l'apertura delle trattative
Nel frattempo le principali sigle sindacali tornano a chiedere un incontro con il Governo, al fine di entrare nel merito del nuovo progetto di flessibilità previdenziale e di discuterne i dettagli. "Per il momento i sindacati non sono ancora stati chiamati ad un tavolo di confronto" ribadisce la Segretaria Generale della Cgil Susanna Camusso, spiegando che finora si sono visti "solo grandi titoli di giornali e dichiarazioni del Presidente del Consiglio", ma "non c'è stato altro".
I sindacati non resteranno comunque a guardare e si stanno organizzando per avviare una nuova protesta in favore delle Pensioni flessibili,prevista per il prossimo 19 maggio 2016.
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