Continua a tenere banco la questione dell'utilizzo abusivo della legge 104 del 1992. Dopo che il ministero dell'Istruzione ha reso noto i dati relativi al personale Scuola, la differenza di permessi accordati ainsegnanti e impiegati amministrativi, tecnici ed ausiliari (Ata) rispetto agli impiegati del settore privato ha suonato come un campanello d'allarme del fenomeno. Tredici impiegati nella scuola ogni cento utilizzano la legge 104 contro un lavoratore e mezzo del settore privato: in molte regioni la media è addirittura più elevata e ogni quattro lavoratori nella scuola ce n'è uno che beneficia dei tre giorni mensili di permesso per prendersi cura di un parente bisognoso.

Legge 104: i dati del ministero dell'Istruzione sulla scuola

La lotta agli abusi di quello che rimane un sacrosanto diritto dei lavoratori è questione degli ultimi anni. Ci si basa soprattutto sulle cifre che vanno molto al di sopra della media, come è successo in una scuola di Agrigento nel 2014, dove quasi la metà del personale docente godeva della legge 104. Ma, a ben vedere, la scuola è solo un tassello dell'universo statale e anche in altri comparti la situazione non è delle migliori. Anche nellamunicipalizzata di Roma deputata alla raccolta rifiuti, l'Ama, uno su quattro nel 2014 aveva la legge 104. Poi due dipendenti furono licenziati, perché dai controlli risultò che anziché spendere le ore di permesso per l'assistenza alle persone disabili, facevano spese e palestra.

Permessi legge 104/92: come avverranno i controlli?

Proprio il capitolo dei controlli è, oggi, quello che desta le maggiori perplessità. Probabilmente in passato non si è tenuto il pugno duro e, Il Messaggero di oggi, avanza l'intollerabile ipotesi di una sorta di risarcimento a favore degli statali per il mancato rinnovo del contratto e per il blocco dei turn-over.

Se così fosse, il risarcimento è andato solo a una parte degli impiegati che ne hanno goduto e non in maniera democratica. In ogni modo, complice anche la riforma della Pubblica Amministrazione che dovrebbe essere approvata entro il termine dell'estate prossima, docenti, Ata e tutti gli impiegati del pubblico impiego dovranno stare con gli occhi ben aperti.

Infatti, se finora non ha trovato piena attuazione l'articolo 24 della legge 183/2010, d'ora in poi le stesse amministrazioni dovranno rendere noti i dati sugli utilizzatori della legge 104, come ha fatto il ministero dell'Istruzione. E, cioè, annualmente, tutti i comparti pubblici dovranno comunicare:

  • nomi di chi utilizza la legge 104;
  • nome dell'assistito per il quale si è ottenuto il beneficio;
  • tipologia di parentela;
  • numero di ore e di giorniutilizzati, con suddivisione analitica mensile.

Massima attenzione, pertanto, a come verrannoutilizzati i permessi, soprattutto nelle regioni, nei comparti e nella tipologia di impiego dove la media degli utilizzatori della legge 104 è più alta che altrove.

Fare un'attività privata o anche lavorativa durante il permesso comporterà sanzioni disciplinari che, a seconda dei casi, potranno comportare anche il licenziamento per giusta causa. Con ulteriori accuse che vanno dalla truffa al danno allo Stato.