I precari storici delle GaE non ci stanno al 'gioco al massacro', se poi si cambiano all'improvviso le regole. E' questo il chiaro intendimento della lettera indirizzata ad Orizzonte Scuola all'interno della quale si fa riferimento all'approvazione dell'emendamento firmato dall'onorevole Francesca Puglisi che prevede l'estensione della richiesta di assegnazione provvisoria anche ai docenti neoassunti per l'anno scolastico 2015/2016.

Ultime news scuola, venerdì 6 maggio 2016: precari GaE storici 'Non si cambiano le regole'

I precari hanno voluto rammentare all'esponente del Partito Democratico come loro, precari sorici Gae, la legge 107 se la sono studiata 'coscientemente' e, proprio sulla base di quanto contenuto nella riforma Buona Scuola, hanno scelto di presentare o meno la loro domanda di assunzione, lo scorso mese di agosto.

Pertanto, chi non produsse la suddetta istanza, lo ha fatto seguendo quanto indicato dalla legge, senza sapere che, poi, la normativa sarebbe stata modificata, andando a favorire questa o quella categoria di insegnanti.

Chi non ha prodotto domanda di assunzione non immaginava che le regole venissero cambiate

Ci si chiede allora come mai sia sorta l'esigenza di stravolgere la legge osservata e rispettata dai precari iscritti nelle GaE: infatti, se esiste il vincolo triennale di permanenza, vincolo che ha indotto molti docenti a non presentare domanda per esigenze familiari, perchè tale vincolo non viene poi rispettato? Perchè se si è adottato un determinato meccanismo per le assunzioni, i posti che furono assegnati ai neoassunti al Nord, al Centro e al Sud non verranno occupati come disposto?

Perchè queste 'novità', che creano un'evidente disparità di trattamento, non vennero proposte insieme alla domanda di assunzione? Come mai i sindacati non aprono bocca in proposito o addirittura giustificano l'operato del governo parlando di diritti e non di concessioni?

Chi, all'epoca, produsse la domanda e venne assunto dalla Buona Scuola, entrò in ruolo secondo quanto indicato la legge 107.

Non è quindi il caso di cambiare le carte in tavola, sottolineano i precari storici delle GaE che, proprio per aver osservato scrupolosamente la legge italiana, rischiano di finire vittime dell'ennesima ingiustizia.