Una parte della riforma della scuola è basata sulla rete degli istituti. Si tratta di una grande novità che potrebbe non piacere a molti docenti. Si dirà addio alla titolarità per preferire dei docenti mobili che vengono trattati come jolly da inviare tra una Scuola e l'altra. Il Miur ha inviato una nota a tutti gli Urs per invitarli a dare avvio alla costituzione delle scuole in rete entro il 30 giugno. Il vero obiettivo? Far perdere la titolarità al personale docente della scuola pubblica. Il piano dovrebbe partire già da settembre 2016 e avrà cadenza triennale.
Via alle reti di istituto
Le reti di istituti sono previste dalla legge 107/2015 al comma 70 e prevede una valorizzazione delle professioni con la gestione di comuni funzioni, progetti e iniziative comuni. Le reti di scuole sono finalizzate alla gestione delle attività amministrative e dei progetti ed iniziative comuni come attività didattiche, sportive, educative. Nella Riforma Buona Scuola, al comma 71, vengono individuati i criteri per mettere in atto i docenti in rete. Le reti saranno di due diversi tipi:
- di ambito: da cui si prenderanno i nomi e le candidature per la chiamata diretta degli insegnanti
- di scopo: qui aderiranno tutte le scuole con comuni obiettivi
Il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, spiega che in molti casi il preside avrà la facoltà di decidere quali docenti dovranno rimanere nell'organico tradizionale oppure andare in quello potenziato.
Anche con decenni di servizio alle spalle, ci saranno docenti che potrebbero trovarsi di fronte ad un precariato del proprio posto di lavoro al termine del triennio che parte dal 2016/17. Per i docenti italiani dunque svanirà l'idea di una titolarità curricolare ma già dal prossimo anno potremo vedere dei docenti che, anche se di ruolo, potrebbero svolgere la funzione di tappabuchi anche su delle materie per le quali non hanno alcuna abilitazione.
Dalla nota di Anief, pubblicata dal portale orizzontescuola.it, emerge un certo dissenso nei confronti di tale riforma. L'intervento di Marcello Pacifico si conclude con l'esclamazione 'E la chiamano Buona Scuola'.