Non ha portato ai risultati sperati la giornata di trattative tra Miur e sindacati sulla chiamata diretta. L'accordo sembrava quasi raggiunto e si aspettava solo la sigla del contratto, che sarebbe dovuta avvenire il 12 luglio 2016. Ma non si è arrivati alla fase conclusiva. il motivo è da ricercare in due punti sul quale il Miur insiste, senza peraltro ottenere, come è di facile intuizione, l'appoggio dei sindacati:

  • l'aumento dei criteri atti a definire la preparazione di ogni docente;
  • conferire maggiore potere ai Dirigenti scolastici.

Non sembra ci siano i margini per una nuova trattativa, ma le due parti dovranno gioco-forza trovare un accordo per cercare di dare un assetto definitivo alla situazione.

Questo per permettere un esito sulla chiamata diretta in modo che pervengono le proposte di cattedre vacanti e il conseguente invio dei curriculum vitae da parte degli insegnanti che vogliano candidarsi per una determinata posizione.

Chiamata diretta: accordo possibile?

Vanno quindi valutati i due motivi principali che non hanno reso possibile la firma del contratto: il Miur richiede insegnanti sempre più preparati, a livello teorico, con attestati atti a comprovare le competenze degli stessi maturata sulla base dei corsi frequentati e delle nozioni apprese a livello teorico. I criteri, già di per sé numerosi e pressanti, non erano pochi. Ma per il Miur, evidentemente, non erano sufficientea giustificare una preparazione adeguata nei docenti.

Nello specifico va detto che il Ministero voleva introdurre circa 40 criteri per valutare i candidati, tra i quali le competenze linguistiche per la primaria e quelle per la secondaria. I sindacati chiedevano un massimo di 8 requisiti: una disparità numerica non da poco. Non si è riusciti a trovare un punto d'incontro, con i sindacati erano disposti a salire ad 11, ma il Miur non voleva scendere sotto i 30.

Impossibile per i sindacati accettare criteri quali le esperienze lavorative nei musei, ma valutabile l'opzione di inserire come requisiti richiesto l'esperienza di tutor nell'alternanza Scuola-lavoro o anche di tutoraggio dei neo-assunti in ruolo. Non resta che attendere per sapere quali risvolti assumerà l'intera vicenda, in molti temono che il Miur realizzi di fatto, con ogni probabilità, un atto unilaterale, pubblicando solamente delle linee guida.