E lo chiamano ancora concorso. Così i docenti ironizzano amaramente su quella che è stata più volte definita come una 'truffa', una 'farsa vergognosa', i cui risultati appaiono chiari di fronte a tutti. Rita Famulati, docente precaria della Sicilia, ha partecipato al concorso per la classe A18 (filosofia, psicologia e scienze dell'educazione) e non ha potuto fare a meno che scrivere una lettera al sito specializzato Orizzonte Scuola per segnalare come, allo scritto, nessuno dei 114 candidati che si sono presentati alla prova, sia riuscito ad essere ammesso alla prova orale. Lo stesso risultato si è verificato in Calabria, nella medesima cdc, ovvero zero ammessi all'orale.

Ultime news scuola, mercoledì 17 agosto 2016: concorso 'truffa', una 'farsa' umiliante per i precari abilitati

La professoressa siciliana ha voluto, ancora una volta, rimarcare l'umiliazione subìta da chi manda avanti da decenni la scuola pubblica italiana e che, nonostante tutto e a testa alta, a settembre varcherà per l'ennesima volta la soglia di una scuola per insegnare in 'qualità' di docenti precari ma bocciati dal concorso. Forse per via di commissioni raccattate velocemente e mal pagate, forse per via (soprattutto) dei requisiti necessari per riuscire ad individuare le competenze dei candidati a cui, probabilmente, non è bastata la selezione del corso-concorso abilitativo.

Concorso docenti ultime notizie: 'Miur ammetta fallimento e la smetta di svilire gli insegnanti'

E' inevitabile, quindi, scrive Rita Famulati, che il Ministero dell'Istruzione la smetta di svilire gli insegnanti agli occhi dell'opinione pubblica utilizzando come pretesto il risultato del concorso ma piuttosto ammetta che il concorso si è rivelato un vero e proprio fallimento su tutti i fronti, oltre che venire utilizzato come 'spregiudicato strumento elettorale'.

Un concorso che è servito allo Stato, principalmente, per arginare quella che costituisce la 'spinosa questione della stabilizzazione dei precari': il numero così alto di bocciature in alcune classi di concorso basta da solo per spiegare come allo Stato e al suo bilancio convenga molto di più tenersi i precari piuttosto che assumere nuovi insegnanti di ruolo.