Pian piano vengono fuori le storie dei circa ottomila docenti delle scuole dell'infanzia e delle primarie trasferiti dal Sud al Nord a seguito della mobilità e della legge sulla Buona Scuola. E sono storie di docenti che avrebbero voluto rimanere nelle vicinanze della propria zona di nascita, o dove hanno coniugi, figli e genitori e, invece, dovranno staccarsene. Perché per molti di loro non è facile andare a vivere a centinaia di chilometri di distanza pur di inseguire il mestiere che hanno sempre desiderato fare. Una delle storie è raccontata dal Corriere della Sera di sabato 6 agosto 2016, edizione dei giorni successivi all'uscita dei risultati della mobilità delle scuole dell'infanzia e delle elementari.

Mobilità docenti 2016: la storia di un' insegnante della primaria

Michela Capitano ha trentadue anni, è sposata ed ha due figli. Ènata a Regalpetra e, per questo, lavorare almeno nella provincia di Agrigento è diventato un desiderio destinato a rimanere tale. Con le assunzioni della Buona scuola di Matteo Renzi e del ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, l'anno scorso è dovuta andare a prendere servizio in Liguria come docente della scuola primaria. Quest'anno, invece, l'algoritmo ha deciso per la Toscana, precisamente l'Isola d'Elba. La docente chiama questa specie di follia 'il suo esilio'. Anche lei, dopo tanti anni da precaria, come tanti altri insegnanti, avrebbe voluto vedersi riconoscere i sacrifici fatti con una destinazione più comodanon solo per lei, ma per tutta la famiglia.

I due bambini, nei pochi anni di vita, dovranno continuare a spostarsi di città in cittàe il marito, pur, di rimanere uniti, dovrà perdere il lavoro nel campo dell'edilizia da restauro. Eppure il lavoro di certo non gli manca, ma in Sicilia, dove l'uomo ha un'impresa con altri due fratelli.

Scuola, mobilità docenti: le operazioni sbagliate dall'algoritmo Miur

E poi lo stipendio non basta. Solo per il volo di andata di fine agosto, prima che inizi il nuovo anno scolastico, occorreranno quattrocento euro. Michela Capitano trova tutto questo assurdo. Il suo punteggio in graduatoria è pari a 65 punti, ma anche le colleghe con punteggi ben più alti per i tanti anni di precariato dovranno andare lontano dalla Sicilia. Invece, i docenti della fase C della Buona scuola, quelli del potenziamento, assunti senza concorso ed anni di lavoro alle spalle, si ritrovano a lavorare vicino casa.