I sindacati riferiscono il risultato dell'incontro avvenuto ieri 4 agosto al Miur sulla mobilità 2016/17 e sui i numerosi errori riscontrati e denunciati. L'amministrazione, riferisce la FLC CGIL, ha da subito minimizzato la situazione ritenendo gli errori di numero esiguo rispetto ai trasferimenti effettuati. Motivo per cui la soluzione, per il Miur, è di correggere i singoli errori e non rifare per intero la procedura come richiesto dalle OOSS. In che modo possono essere corretti gli errori?

Errori mobilità 2016/17: il Miur vuole la conciliazione

Lo strumento per correggere gli errori è previsto dallo stesso CCNI sulla mobilità 2016/17 ed è la conciliazione, una richiesta motivata e documentata da presentare allo stesso Ufficio scolastico territoriale a cui è stata inoltrata la domanda di mobilità. La richiesta porta l'amministrazione a riaprire il singolo movimento ed assegnare i posti rimasti disponibili negli ambiti di preferenza. Il Miur invierà al più presto le istruzioni operative agli USR e agli Uffici Scolastici. Nella richiesta bisogna inserire i dati del ricorrente, il punteggio di trasferimento, le sedi da sostituire a quella assegnata in cui si vuole essere conciliati (non diverse da quelle richieste con la mobilità) e gli eventuali punteggi dei contro interessati.

Proposta accettabile?

Cosa ne pensano i sindacati della proposta Miur per rattoppare gli errori della mobilità 2016/17? La FLC CGIL si è subito dichiarata contraria a questo soluzione, in quanto gli errori non sono pochi, ma migliaia. Inoltre si tratta di errori di diverso tipo, per cui questo intervento non potrebbe sanarli tutti.

Il mancato rispetto dell'accordo preso col contratto di mobilità mette a repentaglio il valore delle regole, che il Miur è tenuto a rispettare e a garantire. La mancanza di trasparenza non è accettabile nelle procedure pubbliche, soprattutto quando sono in gioco le vite delle persone. Se questo non avviene, minaccia il sindacato, l'unica strada percorribile resta il procedimento giudiziario. Il Governo della Meritocrazia deve assumersi le sue responsabilità, conclude.

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