I compiti delle vacanze sono utili o deleteri? La questione non è di poco conto perché interessa la formazione dei nostri figli. Ad aprire il dibattito, che si sta allargando a macchia d’olio, il caso di un genitore di Varese che ha spiegato in una lettera, ormai virale sui social network, la decisione, assunta come ogni anno, di non far svolgere i compiti delle vacanze al figlio.
Nove mesi per nozioni e cultura
Il genitore ha scritto che durante l’estate ha potuto fare insieme al figlio molte altre cose utili ed istruttive, chiarendo che i docenti hanno nove mesi per insegnare nozioni e cultura, mentre un genitore solo tre per insegnare a vivere.
Insomma, secondo questa tesi il ragazzo si presenterà all’inizio del nuovo anno scolastico fresco e risposato, al pari dei professionisti che non si portano il lavoro in vacanza, ma arricchito dell’esperienza di vita con i genitori. Una posizione interessante che, al di là del clamore suscitato in questo momento, dovrebbe essere seriamente presa in considerazione e quantomeno valutata nel merito. Sarebbe interessante capire cosa pensano sull’argomento i docenti, ma anche i genitori e, perché no, gli stessi studenti. Siamo sicuri che molti genitori e, soprattutto, tantissimi studenti concorderebbero con il genitore di Varese. E non solo per non fare i compiti, ma per una condivisione culturale della proposta.
Ipotesi da valutare concretamente
Forse però, come spesso capita, la verità sta nel mezzo. Non caricare eccessivamente i ragazzi di compiti durante le vacanze estive, facendo in modo però che tutto il lavoro svolto durante l’anno non venga in qualche modo perso. Sono tutte considerazioni degne di attenzione, che comunque andrebbero valutate da esperti e codificate ufficialmente dal punto didattico ed educativo.
La Scuola è appena iniziata con i suoi problemi di sempre, a partire dalle cattedre scoperte e dalla scarsa manutenzione degli edifici scolastici. Nonostante questo, crediamo che idee innovative come questa possano e debbano essere valutate dal ministero dell’istruzione. Nel frattempo, siamo sicuri che l’interessante dibattito innescato continuerà e, come sempre, porterà gli italiani a dividersi in due fazioni: i favorevoli ed i contrari.