L'uscita flessibileda lavoro con la pensione anticipata secondo lo schema del Premier, Matteo Renzi, dovrebbe costare ai futuri pensionati fino al5 per cento dell'assegno mensile per ciascun anno in cui beneficeranno dell'anticipo stesso. E' questa l'indiscrezione tracciata nell'edizione di oggi, 9 settembre 2016, dal Corriere della Sera inerente all'anticipo pensionistico (detto Ape), proposto proprio da Renzi nei mesi scorsi ed in fase di elaborazione in queste settimane. Ma le penalizzazioni saranno modulate in rapporto alle categorie di lavoratori ed alla capacità di reddito, ovvero peserà ilcalcolo stimato dall'Inps su quella che sarà la pensione futura.

Al momento, le ipotesi di decurtazione della pensione escluderebbero gli esodati e le categorie più deboli.

Pensioni anticipate 2016, ecco i tagli per gli assegni a partire dai 2.000 euro

Interessati in prima battuta alla sperimentazione della nuova pensione anticipata con lo schema del prestito saranno i contribuenti nati negli anni 1951, 1952 e 1953: potranno uscire da lavoro con la flessibilità della pensionegià dai 63 anni e fino al compimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, ovvero i 66 anni e 7 mesi, godranno del prestito pensionistico. Poi dovranno restituire quanto percepito in anticipo nei venti anni successivi: il tasso che pagheranno coinciderà proprio con il taglio dell'assegno della pensione mensile e potrà arrivare fino al5 per cento calcolato sulla pensione lorda.

Considerando che le fasce più deboli non pagheranno la penalizzazione, lo schema delle decurtazioni, secondo il quotidiano, sarebbe fissato nell'1 per cento per ogni anno di anticipo per le Pensioni sui duemila euro, sul 2 per cento per quelle da tremila fino a salire al 5 per cento per le pensioni più alte.

Esodati e pensioni basse salvati dalle penalizzazioni della pensione anticipata?

Le pensioni anticipate con il prestito pensionistico avrebbero, pertanto, un costo salato per le pensioni più elevate: in particolare, considerando la flessibilità in uscita piena e cioè i 3 anni e 7 mesi, il 5% all'anno inciderebbe tra il 15 ed il 18 per cento totale dell'assegno di pensione, ma anche le pensioni sui tremila euro perderebbero ben oltre il 10 per cento.

Tuttavia, chi percepirà in futuro una pensione calcolata dall'Inps entro i 1.500 euro lordi mensili non dovrebbe pagare alcuna penalizzazione: la misura, d'altronde, potrà avere piena efficacia nei confronti delle pensioni entro tre volte il minimo dell'Inps, rappresentanti l'80 per cento del totale. Dunque gli esodati ed in generale chi ha perso il lavoro ed è in attesa della pensione potrà beneficiare gratuitamente dell'anticipo pensionistico.