Novità clamorosa nell’ambito della trattativa governo sindacati sulle Pensioni anticipate: per accedere all’Ape, l’anticipo pensionistico ,studiato dal governo per introdurre un elemento di flessibilità nel sistema pensionistico, potranno essere necessari da 30 a 36 anni di contributi, anziché i 20 inizialmente previsti. E’ quanto emerso dall’ultimo incontro con i sindacati, nel quale il governo ha presentato quella che dovrebbe essere la bozza definitiva dell’atteso intervento in ambito pensionistico.

Ape social, servono da 30 a 36 anni di contributi: le proteste della Cgil

La sorpresa dell’innalzamento della soglia contributiva fino a 36 anni è emersa a margine della trattativa sull’allargamento della platea dei lavori gravosi. Era questo, infatti, l’ultimo argomento di trattativa tra governo e sindacati per giungere ad una bozza condivisa sulle pensioni anticipate introdotte dall’Ape, ma l’allargamento concesso dal governo (rientreranno nei lavori gravosi categorie come le maestre d’asilo, gli infermieri, addetti alle pulizie, macchinisti ed altri) è stato bilanciato dall’introduzione di una soglia di accesso di 36 anni di contributi, dei quali gli ultimi 6 nelle mansioni gravose.

Per tutte le altre categorie rientranti nella cosiddetta Ape Social, i disoccupati senza altri redditi, i lavoratori in condizioni di salute precaria e i lavoratori con a carico parenti di primo grado con disabilità grave, saranno comunque richiesti 30 anni di contributi per poter accedere all’Anticipo pensionistico agevolato, cioè a costo zero per il lavoratore.

Un altro limite introdotto dall’ultima versione dell’Ape agevolata è la soglia di reddito che è stata fissata a 1.350 euro, contro la richiesta dei sindacati di portarla a 1.650 euro.

Moderata soddisfazione è stata espressa dai sindacati all’uscita dell’incontro con il governo (per Furlan, della Cisl, sono stati fatti importanti passi avanti, anche se il confronto rimane aperto), ad esclusione della Cgil che, con il suo segretario, Susanna Camusso, ha aspramente criticato le ‘sorprese’ presentate dal governo, bollate come espedienti introdotti per escludere dal beneficio dell’Ape agevolata alcune categorie.

Il riferimento era, ad esempio, a tutti quei lavoratori, come le donne del mezzogiorno, che hanno avuto un percorso lavorativo discontinuo.

Introdotta quota 41 per l’Ape agevolata

Unanime motivo di soddisfazione, invece, i sindacati hanno espresso per l’introduzione della Quota 41 per l’accesso all’Ape agevolata. In pratica, i lavoratori che rientrano nelle categorie per le quali è prevista l’Ape social, potranno accedere alle pensioni anticipate prima di aver raggiunto i 63 anni di età se hanno versato almeno 41 anni di contributi di cui 12 mesi versati prima dei 19 anni di età.

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