I test Invalsi non sono mai stati particolarmente amati dalla Scuola, né dai docenti, né dagli studenti. Lo scorso anno sono stati oggetto di una forte contestazione, in cui le famiglie erano state invitate a non portare i figli a scuola nelle giornate stabilite per i test. Eppure il Miur ha pensato bene di cambiare il ruolo degli Invalsi e renderlo ancora più importante. Abbiamo già anticipato le date e il fatto che la platea dei partecipanti è stata allargata. Ma ci si chiede se il nuovo ruolo certificativo degli Invalsi, all'interno degli esami di Stato, sia una buona idea.

Giuseppe Bagni, presidente nazionale del Centro Democratico degli Insegnanti, ha espresso il suo parere anche su questo.

Invalsi e novità 2017: il Miur sta pensando bene o male?

Il Miur ha deciso di introdurre le prove Invalsi all'interno degli esami di Stato. La delega è in dirittura d’arrivo. Molte associazioni, tra cui il Cidi, hanno contestato radicalmente il nuovo ruolo che l’Invalsi si vuole arrogare. In origine gli Invalsi sono nati come metodo di valutazione, anonimo. Con la decisione di introdurre le prove negli esami di Stato, entrerà a far parte della biografia formativa della persona, spiega Bagni. Questo è in contrasto, come altre cose, con la tendenza europeain cui i sistemi nazionali di valutazione non presentano risultati con dati sensibili, ma sempre in forma anonima.

Secondo quanto dice Bagni, 'esito Invalsi ed esito scolastico non possano convivere” in quanto poco compatibili. L'uno falsifica l'altro. Sarebbe opportuno che gli Invalsi restassero come erano in precedenza, ovvero una semplice forma di valutazione in forma anonima. Ma per quale motivo il Miur avrebbe cambiato prospettiva?

L'ipotesi di Bagli è che non si sia voluto togliere visibilità all’Istituto, motivo per cui si è preferito maggiorare la sua funzione. Inoltre ricorda che non esiste al momento una legge che sancisca il ruolo certificativo delle prove Invalsi.

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