Le recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, in occasione della sua visita di ieri, venerdì 11 novembre, nella città di Barletta, offrono, senza dubbio, molteplici spunti di riflessione: infatti, oltre a menzionare, come una tiritera, una filastrocca ormai nota a tutti, le centomila assunzioni di insegnanti operate dalla Buona Scuola, il numero uno del Miur ha tirato in ballo anche l'ultimo concorso, parlando di altre 60mila cattedre, messe a disposizione dal governo a favore dei docenti precari.

Ultime news scuola, sabato 12 novembre 2016: ministro Giannini, qualcosa non torna sul concorso

In effetti, le cose non stanno proprio così. Il concorso docenti 2016, infatti, non darà certamente luogo alle 63.712 assunzioni indicate nel bando perchè, come molti di voi sapranno, in molte classi di concorso il numero dei candidati vincitori è stato inferiore al numero dei posti banditi, ragion per cui è logico presupporre che resteranno molte cattedre vuote.

Tra l'altro, risulta ancora impossibile quantificare tale numero di posti scoperti, in quanto devono ancora completarsi le operazioni riguardanti l'approvazione delle graduatorie di merito, soprattutto per quanto concerne la scuola dell'infanzia e la primaria.

Concorso docenti e la 'beffa dei posti spariti': le assunzioni non saranno quelle indicate dal bando

Oltre a questo, il ministro dell'Istruzione si è 'dimenticato' del 'pasticcio' collegato alle operazioni di mobilità. Non bisogna dimenticare, infatti, la beffa che hanno dovuto subire molti vincitori di concorso che avrebbero già dovuto essere assunti in questo avvio di anno scolastico e che, al contrario, hanno ricevuto la brutta notizia che il loro posto era stato già occupato.

Anche in questo caso, l'onorevole Giannini aveva minimizzato la 'beffa dei posti spariti', affrettandosi ad annunciare che i vincitori di concorso verranno, comunque, assunti TUTTI nell'arco del prossimo triennio.Le soluzioni ci sarebbero, eccome e le migliaia di docenti precari che stanno aspettando, da anni, la loro stabilizzazione, conoscono perfettamente le azioni che il governo potrebbe intraprendere affinchè venga assegnato loro (finalmente) il tanto sospirato ruolo. Ma si sa, come dice il proverbio, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e noi oseremmo aggiungere che, in questo caso, più chi mare bisognerebbe parlare di oceano...