Dopo 7 ore di trattative a Palazzo Vidoni, tra Governo e sindacati, è stato siglato l'accordo riguardante il rinnovo del contratto dell Pubblica Amministrazione. Rivisitazione contrattuale che è rimasta bloccata per più di 7 anni. A conclusione dei lavori il ministro Madia ha subito twittato

A margine della giornata la ministro ha ribadito che: "L'aumento è di 85 euro medi, abbiamo insistito sull'aggettivo 'medi' per dare una maggiore attenzione e maggiore sostegno a i redditi più bassi, a chi ha sofferto maggiormente la crisi e il blocco contrattuale".

Repentino il retweet del premier Matteo Renzi, impegnato nei luoghi colpiti dal sisma dei mesi scorsi

I rappresentanti delle principali sigle sindacali hanno espresso soddisfazione per il traguardo raggiunto: per Camusso (Cgil) "È il cambio di passo che volevamo"; "Abbiamo firmato un accordo sul pubblico impiego per una nuova stagione dei servizi pubblici" ha affermato Faverin di Cisl Fp. In un successivo comunicato stampa i sindacati hanno specificato: "Dopo sette anni di blocco della contrattazione si interviene correggendo le norme introdotte dalle legge Brunetta e della buona scuola".

Il Governo assicura di voler rinnovare i contratti dei precari e della pubblica amministrazione integrare gli stipendi con una serie di misure di "welfare contrattuale"

Cosa prevede l'accordo

Come accennato il ministro Madia ha badato a specificare che si tratterà di aumenti medi e si andranno a favorire coloro che hanno avuto meno in questi anni.

Non saranno dunque 85 euro al mese per ogni dipendente pubblico: la forbice degli aumenti non è stata dichiarata pubblicamente, la Camusso ha confermato che il governo "si è impegnato per un totale di 5 miliardi di euro nell'arco del triennio 2016/2018". È stata posta in essere una clausola da parte dei sindacati per non penalizzare coloro che già ricevono il bonus di 80 euro previsto da Renzi.

Quali saranno i tempi di attuazione ?

Il Ministro per la semplificazione (Madia, ndr) non ha reso note quelle che saranno le tempistiche per l'attuazione del rinnovo contrattuale. La "palla" è passata ora alla conferenza stato-regioni anche se è di qualche giorno fa la sentenza della Consulta che definisce incostituzionale il "cuore" della riforma.