Svolta nella riforma della Pubblica Amministrazione e nel rinnovo dei contratti dei dipendenti statali: il procedimento veloce che porta alla sospensione da lavoro per quarantotto ore e al licenziamento in trenta giorni non sarà applicato solo ai furbetti del cartellino, ovvero a coloro che timbrano ed escono da lavoro, ma anche ai dipendenti del pubblico impiego per tutti quei comportamenti che prevedono il licenziamento nel caso in cui si venga colti in flagrante. Le novità sono incluse nella bozza del decreto sulla Pubblica amministrazione che conterrà le nuove regole alle quali i dipendenti statali dovranno attenersi.

Lo stesso decreto sarà anche la base indispensabile per i rinnovi dei contratti dei quattro comparti del pubblico impiego sui quali Governo Gentiloni e sindacati si confronteranno nelle prossime settimane.

Contratti statali 2017, si ampliano le cause di licenziamento veloce

Dunque il decreto di riforma della Pubblica amministrazione amplierà le cause che porteranno al licenziamento in modalità veloce. Oltre alla mancata presenza sul posto di lavoro dopo aver timbrato il cartellino, saranno causa del licenziamento sprint le assenze ingiustificate, i falsi documentali e le condotte giudicate aggressive che includono, anche, la violazione grave e reiterata del codice di comportamento. Inoltre, potranno essere oggetto di licenziamento veloce anche la reiterata valutazione negativa e, per l'operato dei dirigenti, il non esercizio per dolo oppure per colpa grave, dell'azione disciplinare.

Cambiano anche i procedimenti disciplinari di tipo ordinario: il termine scende da centoventi a novanta giorni.

Novità riforma Pubblica amministrazione Madia 2017: modifiche dell'articolo 18

Altre novità nella riforma della Pubblica amministrazione e nel nuovo contratto dei lavoratori statali sono attesi anche per quanto concerne l'applicazione dell'articolo 18 dei lavoratori.

Fermo restando che, a differenza di quanto avviene nel settore privato, l'articolo continua a trovare applicazione nel pubblico impiego, la riforma Madia interverrà sui vizi formali. Questi ultimi non determineranno più la decadenza delle azioni disciplinari. In altre parole, se nel giudizio penale a carico di un lavoratore statale dovessero esserci prove schiaccianti tali da comportare la custodia cautelare in carcere, l'amministrazione pubblica non dovrà più attendere il giudizio definitivo per poter proseguire con l'azione disciplinare.

Inoltre, se la Pubblica amministrazione, violando il principio di proporzionalità, dovesse comminare il licenziamento a carico del dipendente statale e il giudice dovesse giudicare eccessivo il provvedimento, ci saranno sessanta giorni di tempo per modificare il provvedimento disciplinare stesso.