Una importante novità prevista dal Jobs Act e rimasta congelata per via degli innumerevoli dubbi che l'hanno accompagnata e che sono stati sollevati dalle Regioni è l’assegno di ricollocazione. In effetti, la misura di aiuto a soggetti disoccupati doveva partire a dicembre, ma le notizie che volevano il provvedimento vicino alla revoca, sono state smentite dal Presidente dell’Anpal, Maurizio Del Conte e dall’osservatorio dei consulenti del lavoro. Sembra che l’assegno di ricollocazione stia per partire con i primi giorni di febbraio.
A chi si rivolge la novità
L’assegno di ricollocazione verrà erogato a soggetti disoccupati che al momento della richiesta, rispettano due determinate condizioni. Devono risultare ancora senza occupazione e soprattutto, devono risultare ancora come soggetti che beneficiano della naspi, cioè dell’indennità per disoccupati involontari dell’INPS. Per godere dell’assegno di ricollocazione quindi, occorre percepire la Naspi da almeno 4 mesi. Questo requisito, secondo i dati in possesso dei consulenti del lavoro, riduce di molto la platea dei possibili beneficiari dell’assegno. Sul numero dei potenziali beneficiari c’è molta distanza tra quanto previsto in sede normativa dal Governo e dai dati dell’osservatorio dei consulenti.
Infatti, i richiedenti la Naspi che avrebbero diritto all’assegno, secondo le stime del Governo, che poi sono quelle che hanno decretato le cifre da stanziare per il provvedimento, sarebbero 20mila nell’immediato, per salire ad 800mila quando la misura sarà a pieno regime. Per l’osservatorio invece, i numeri sarebbero più alti, perché ci sono stati 2 milioni di disoccupati involontari che avrebbero potuto richiedere la Naspi.
Il condizionale viene reso obbligatorio dal fatto che il 10% circa di questi 2 milioni, non hanno fatto richiesta di indennizzo all’INPS perché hanno trovato lavoro nella immediatamente o quasi dopo aver perduto l’impiego precedente. Inoltre, tra soggetti che hanno trovato lavoro entro i primi 3 mesi di incasso della Naspi e soggetti ai quali la Naspi erogata aveva durata inferiore ai 4 mesi, la platea di soggetti che potrebbe essere pronta a chiedere l’assegno di ricollocazione, scende ad 1,127 milioni di individui.
Domanda, importi e meccanismo dell’assegno
Dal punto di vista tecnico, l’assegno di ricollocazione è un incentivo che consente al disoccupato di investire su se stesso, cioè creandosi una nuova opportunità di lavoro. L’assegno infatti non sarà erogato materialmente ai richiedenti, ma sarà sotto forma di voucher da spendere solo ed esclusivamente in nuove competenze e conoscenze ed in programmi messi a punto dai Centri per l’Impiego e dalle strutture che risulteranno autorizzate. L’assegno sarà variabile tra i 250 ed i 5.000 euro e varierà in base alla distanza che il disoccupato ha dal mondo del lavoro, cioè dalla sua ricollocabilità in base al settore lavorativo di provenienza. I centri per l’impiego adotteranno programmi specifici per ogni singolo disoccupato, affiancandogli un tutor.
Naturalmente, la frequenza e la risposta alle convocazioni dei Centri è fattore decisivo per incassare l’assegno. Inoltre, come stabilito dal decreto di riordino degli ammortizzatori sociali, possibile che il Centro per l’Impiego proponga congrue Offerte di lavoro ai soggetti richiedenti l’assegno di ricollocazione. Anche in questo caso, il rifiuto alle proposte porta alla revoca dell’assegno.