Le ultime notizie al 6 febbraio 2017 sulle pensioni precoci e sui bancari giungono direttamente dal web: al gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' non è proprio andata giù la conferma dello stanziamento in manovra di risorse nell'arco dei prossimi 5 anni per consentire l'accesso al prepensionamento ai bancari in esubero. Polemica ed indignazione da parte dei precoci che vedono nell'articolo 1 co. 234-237 della legge 232/2016, Legge di Bilancio 2017, l'ennesima ingiustizia a loro danno.
Pensioni precoci e bancari, novità: basta discriminazioni
Il documento consente l'anticipo pensionistico fino a sette anni per i lavoratori impiegati nel settore bancario e del credito cooperativo in esubero fino al 2019. Per i precoci, che hanno diffuso la notizia sulla pagina ufficiale Facebook, si tratta dell'ennesima presa in giro da parte del Governo, che dicono all'unisono, torna a tutelare le banche e i loro dipendenti, lasciando a 'bocca asciutta' tutti gli altri lavoratori. Perché, si chiedono, se non vi sono i soldi per consentire l'uscita anticipata con quota 41 ai precoci, indipendentemente dall'età e dalle condizioni di disagio, si trovano le risorse per permettere ai bancari di poter accedere alla quiescenza molto prima.
La rabbia è esplosa sul web, i contrasti non sono tanto nei confronti dei lavoratori, anche se a detta di alcuni hanno già un posto privilegiato, ma nei confronti del sistema, che non funziona e che continua ad alimentare, coscientemente o meno, disuguaglianza tra i lavoratori.
Precoci indignati, non ci fermeremo la quota 41 dovrà essere per tutti
Viste le ultime novità sul fronte pensionistico, i lavoratori precoci stanno pensando alle prossime mosse e si dicono più che mai intenzionati a lottare per tutto il 2017 al fine di ottenere la quota 41 per tutti. Al momento, lo ricordiamo, i precoci seppur contenti del fatto che i termini 'quarantunisti e precoci' facciano nuovamente parte dell'agenda politica del Governo, non possono dirsi soddisfatti di quanto ottenuto in Ldb2017.
Dal 1 maggio 2017, infatti, soltanto alcuni lavoratori potranno accedere alla pensione con quota 41, in primis si dovrà aver maturato almeno 12 mesi di contributi, anche non continuativi, prima dei 19 anni e poi si dovrà far parte di una delle categorie considerate disagiate dal Governo. Tra queste vi rientrano i disoccupati di lungo corso, quanti hanno un parente di primo grado convivente da almeno 6 mesi con disabilità gravi, quanti risultano inabili al lavoro con invalidità comprovata pari almeno al 74% e coloro che svolgono mestieri usuranti o rientrano nelle nuove 11 categorie di mestieri definiti 'gravosi'. Troppo poco per i precoci che attendono con impazienza la fase 2 del programma di Governo che prevede incontri con le parti sociali e la riapertura del dibattito sul tema previdenziale.
Vi è altresì da segnalare che in data 4 febbraio a Prato una piccola delegazione di precoci, afferenti al comitato Toscana, è stata ricevuta dal Ministro Poletti che ha aperto nuovamente ad un confronto con i lavoratori, che non hanno mancato di esprimere le loro rimostranze circa la misura quota 41 attualmente approvata.