Riprendiamo il filo del discorso già iniziato con gli ultimi articoli della nostra rubrica "Parola ai Comitati" in merito ai lavoratori che desiderano fruire del nuovo anticipo pensionistico (APE), con alcune indiscrezioni in arrivo sia per quanto concerne la modalità "sociale" che quella "volontaria". Partiamo con un approfondimento in merito alla prima, per la quale vi sono alcuni aggiornamenti relativi alla platea dei potenziali beneficiari ed al periodo di tutela fornito dalla garanzia pubblica.

Pensioni e APE sociale: apertura anche a chi non ha diritto alla prestazione di disoccupazione

Stante i criteri di accesso all'APE sociale già noti (63 anni di età, 30-36 di contribuzione a seconda dei casi ed un assegno di almeno 1,4 volte il minimo), la misura di anticipo pensionistico tutelata dalla legge sarà disponibile anche per coloro che non hanno sviluppato il diritto ad una prestazione di disoccupazione. Secondo la stampa specializzata, la modifica sarebbe contenuta all'interno del decreto attuativo siglato dal Premier ed attualmente al vaglio del Consiglio di Stato, nel suo passaggio definitivo prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Un altro punto interessante riguarderebbe poi il periodo di tempo che dovrebbe caratterizzate l'anticipo ponte rispetto alla data di ingresso nella quiescenza.

Le istruzioni operative consentirebbero infatti di effettuare un conteggio stabilito a partire dai 63 anni, ma sulla base dei mesi effettivi mancanti al momento della richiesta rispetto alla pensione di vecchiaia.

Le novità sull'anticipo pensionistico di stampo volontario

Nel frattempo prosegue anche il lavoro inerente l'avvio dell'APE volontaria.

Il nuovo Dl n. 50 pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha infatti previsto all'art. n. 53 la possibilità di cartolarizzazione del prestito ponte per gli istituti di credito che parteciperanno all'operazione. Di fatto, l'agevolazione dovrebbe incentivare l'adesione delle banche nelle convenzioni finalizzate alla concessione dei prestiti ventennali, che risulteranno coperti da un'apposita polizza assicurativa e da un fondo di garanzia avviato dal Mef.

Il costo dell'operazione dovrebbe attestarsi complessivamente attorno al 5%, da cui è possibile dedurre un tasso stimato attorno al 2,8% per il prestito (TAN) ed un costo dell'1,60% per la tutela offerta dal fondo di garanzia. Il futuro pensionato potrà però portare in detrazione la metà degli interessi pagati per il servizio del debito, mentre l'APE verrà versata al netto dell'Irpef dovuta per i redditi da pensione.

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