Il 24 maggio è terminata la prima fase del concorso più atteso dell’anno, bandito dal ministero della Giustizia con il decreto del 18 novembre 2016. Gli aspiranti assistenti giudiziari dovranno attendere il prossimo 30 maggio per conoscere la graduatoria che decreterà i 3.200 candidati ammessi alle successive prove scritte.
Sebbene non tutti gli iscritti al concorso si siano presentati alla prova di preselezione, si tratta comunque di numeri esorbitanti. Ad iscriversi al concorso, infatti, erano state oltre 300.000 persone. Un dato che fa riflettere molto perché esemplificativo della situazione di disoccupazione, soprattutto giovanile, in cui versa ultimamente il nostro Paese.
Sono stati soprattutto i giovani, infatti, a presentarsi nelle ultime settimane davanti ai cancelli della Fiera di Roma, la struttura fieristica dove si è svolta la preselezione. Migliaia di giovani, ma anche meno giovani, provenienti da ogni parte d’Italia e accomunati dalla speranza di avere una possibilità, un’opportunità per il loro futuro. Perché, si sa, la speranza è sempre l’ultima a morire, anche quando la situazione è davvero sconcertante. E lo hanno dimostrato i numerosissimi partecipanti che non si sono tirati indietro davanti alla concorrenza e alla grande mole di studio sul diritto pubblico e amministrativo.
La preselezione: i numeri, l’organizzazione, le polemiche
Delle oltre 300.000 domande di partecipazione pervenute al ministero della Giustizia, la partecipazione effettiva al concorso per assistenti giudiziari pare sia stata meno della metà.
Si tratta comunque di numeri molto alti, la cui gestione ha richiesto un sistema di organizzazione complesso tra personale addette alla suddivisione dei candidati in turni dall’8 al 24 maggio, sistemi di controllo, gestione dei dispositivi informatici utilizzati per svolgere il test con le 50 domande a risposta multipla. Non sono mancate, dunque, polemiche e lamentele da parte di molti partecipanti sulle presunte irregolarità.
Diversi problemi, soprattutto tecnici, sono stati segnalati dai partecipanti al concorso: computer che si sono bloccati durante il primo giorno, presenza di domande incomplete in alcune prove, impossibilità dei candidati di visionare online, oltre al punteggio personale raggiunto rispondendo alle domande, anche gli errori commessi.
Inoltre, c’è anche chi si considera svantaggiato a causa della scelta dell’ordine alfabetico come sistema per organizzare i turni delle prove, avendo avuto meno tempo rispetto ad altri per studiare le 5.000 domande della banca dati. Per ora, solo chi ha ottenuto il punteggio massimo al test può tirare un respiro di sollievo. Per tutti gli altri non resta che aspettare il prossimo 30 maggio, sperando di rientrare con il punteggio conseguito tra i posti a disposizione per passare alla fase successiva della selezione.