Si continua a parlare incessantemente dell'argomento riforma Pensioni 2017 che suscita particolari polemiche in merito alle pensioni anticipate tramite Ape social e Quota 41 per i lavoratori precoci. Dopo avervi proposto le parole del presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, oggi ci focalizziamo sulla rabbia da parte dei sindacati che, secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, sono sul piede di guerra contro i ritardi e le modalità di presentazione delle domande di accesso ai due strumenti.
Riforma pensioni, le parole degli esponenti dei sindacati
L'Inca Cgil, infatti, ha sottolineato in una nota che i decreti attuativi per Ape social e Quota 41, dopo un'attesa inspiegabile, sono stati pubblicati la sera di venerdì 16 giugno, mentre le procedure informatiche per l'inoltro delle istanze di accesso sono state aperte da sabato 17 giugno. Fulvia Colombini ha spiegato che i tempi per presentare le domande risultano essere quindi troppo ristretti, visto che il termine ultimo è fissato al 15 luglio prossimo. Neanche un mese per produrre l'istanza per i lavoratori, mentre sei mesi per emanare i decreti da parte del Governo. Inoltre c'è il pericolo di non fare in tempo perché chi farà domanda non è detto che potrà accedere alla pensione anticipata a causa dei fondi limitati.
Continuando, poi, i sindacati hanno spiegato che il governo ha avuto la brillante idea di affermare che, nel caso in cui ci fossero le stesse condizioni, si terrà in considerazione data e ora di presentazione della domanda. Di conseguenza c'è una corsa a chi invia la richiesta di accesso ad Ape social o a Quota 41 per i precoci il prima possibile.
L'esponente della Cgil ha poi ricordato anche che ci sono ancora gravi problemi che devono essere risolti, in particolare quelli riguardanti coloro i quali possono accedere alle prestazioni perché lavoratori gravosi o le molte restrizioni legate ai soggetti disoccupati.
Anche la Cisl ha sottolineato come la pubblicazione in ritardo dei decreti su Ape social e Quota 41 abbia violato le richieste di vacatio legis di almeno 15 giorni e di allargare i tempi di presentazione delle domande almeno al 31 luglio da parte del Consiglio di Stato.
Secondo la Uil, invece, è grave anche il fatto di non aver incluso tra i beneficiari anche coloro i quali hanno un contratto a tempo determinato e chi non ha integrato i requisiti per la disoccupazione. Insomma, una situazione piuttosto intricata che difficilmente troverà una soluzione che metterà tutti d'accordo.
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