Inutile girarci attorno, ma l'argomento più discusso, chiacchierato e che suscita maggiori polemica è quello relativo alla riforma Pensioni 2017 e ancora una volta in merito alla pensione anticipata tramite Ape social e Quota 41 per i lavoratori precoci. Secondo quanto riportato da PensioniOggi.it, infatti, dopo la pubblicazione dei DPCM che ha dato una prima attuazione alle varie disposizioni contenute nella legge di bilancio 2017, resta ancora da fare molto per raggiungere l'obiettivo tanto agognato della flessibilità in uscita che è ormai attesa dallo scorso anno.
Se per Ape social e Quota 41 le misure sono disponibile da qualche giorno, c'è molta attesa per il prestito volontario, in quanto i due interventi citati interessano soltanto alcune specifiche categorie di lavoratori che si trovano in condizione di difficoltà. In generale, come ben noto ormai a tutti, riguardano i disoccupati per licenziamento che non godono di ammortizzatori sociali da almeno tre mesi, invalidi con almeno il 74% di invalidità, coloro che assistono un parente disabile entro il primo grado e gli addetti ad attività gravose.
Riforma pensioni: prestito volontario fermo al palo
Per quanto riguarda tutte le altre categorie di lavoratori, invece, c'è forte attesa per l'Ape volontario, cioè l'anticipo pensionistico finanziato dalle banche a patto che il lavoratore paghi con una decurtazione sulla pensione dalla durata di venti anni.
Anche questo strumento è previsto nella legge di bilancio e si attendeva la definitiva applicazione entro marzo. Questi ritardi, però, sono principalmente causati dalle difficoltà nel trovare un'intesa sui costi di finanziamento con le banche e le assicurazioni interessate. L'ostacolo principale per l'avvio della "sorella" di Ape social e Quota 41 per i precoci, restano i costi perché alla fine potrebbero essere anche superiori al 20% della pensione.
Un'altra misura ancora in attesa di uno sblocco è la RITA, cioè la rendita integrativa temporanea anticipata. In sostanza, quello strumento analogo all'Ape volontario che si differenzia per il tipo di erogazione del reddito ponte che dovrebbe assistere il lavoratore fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia: questo, infatti, viene erogato tramite il fondo di previdenza complementare che il soggetto interessato ha scelto durante la sua carriera professionale.
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