Si avvicina l'autunno e con esso la necessità di varare la nuova legge di Bilancio, e il Governo ha ancora in agenda diverse riforme da attuare: dalla pensione di garanzia per i giovani e i quarantenni con delle carriere discontinue all'attuazione di un meccanismo di accesso alla pensione che non sia eccessivamente penalizzante per le donne fino al rafforzamento del terzo pilastro, la cosiddetta previdenza complementare.
I punti di convergenza tra Governo, PD e sindacati
Sulla necessità di dare attuazione a queste riforme sia il Governo che il partito democratico, ma anche i sindacati sono sostanzialmente d'accordo.
Anche se, ovviamente, con i dovuti distinguo. Proprio ieri, durante il seminario organizzato dal Pd sul tema "giovani e Pensioni" a cui hanno partecipato oltre al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e il Vicesegretario del PD, Maurizio Martina, il responsabile politiche del Lavoro dei Democratici, Tommaso Nannicini e i leader sindacali di CGIL, CISL e UIL, è emersa una proposta molto concreta di pensione di garanzia minima per i giovani lavoratori.
I requisiti della pensione minima
Nel corso del seminario è emersa un'ipotesi concreta sul tema caldo della pensione di garanzia per i lavoratori giovani: un assegno pensionistico minimo di 650 euro aumentabile fino ai 1000 euro a seconda degli anni di contributi accumulati, anche se con carriere discontinue.
Sarebbe, comunque, necessario, secondo quanto riferito dal Consigliere economico di Palazzo Chigi, Stefano Patriarca, avere un minimo di 20 anni di contributi versati. La misura sarebbe applicabile a tutti i lavoratori assunti a partire dal 1 gennaio 1996. Inoltre, l'assegno aumenterebbe di 30 euro al mese in più per ogni anno ulteriore di contributi versati fino al tetto massimo di 1000 euro.
Anche se sarebbe necessario studiare una serie di redditi ponte, continua Patriarca, la misura sarebbe applicabile anche all'Ape sociale. Patriarca propone, a questo scopo, di creare un fondo di solidarietà per le basse contribuzioni.
La questione della penalizzazione delle donne
Intervenendo nella discussione, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ricordato che la pensione di garanzia è soltanto uno dei temi caldi.
Altro tema importante è quello relativo alla penalizzazione delle donne dovuta agli attuali meccanismi di uscita dal mondo del lavoro. E a questo proposito, Poletti ha fatto riferimento al quasi 30% di domande per l'Ape sociale effettuate dalle lavoratrici. Questo, indirettamente, dimostra quanto sia difficile per le donne che lavorano raggiungere la soglia dei 36 anni di contributi o anche solo quella dei 30 anni, per tutta una serie di motivi legati anche al loro ruolo all'interno del nucleo familiare.
La proposta del PD
Il responsabile delle politiche del Lavoro del Pd, Tommaso Nannicini, da parte sua ha annunciato che il partito democratico presenterà in Parlamento una proposta di pensione di garanzia per i giovani che tenga conto di chi si trova completamente nel sistema contributivo e chi no.
Inoltre, il suo partito è contrario all'innalzamento automatico dell'età pensionabile così com'è adesso, e la proposta in preparazione includerà anche un meccanismo per rivedere questo processo. Per Nannicini è necessario e giusto trovare l'equilibrio tra le due diverse esigenze di equità, quella fiscale e quella generazionale.
Da parte loro, le confederazioni sindacali, in primis la CGIL con la sua leader Susanna Camusso, si dichiarano nettamente contrari a qualsiasi meccanismo di innalzamento dell'età pensionistica a 67 anni e sono pronti a scendere in piazza. Mentre Anna Maria Furlan pone l'accento sulla necessità di ampliare la base della previdenza complementare. E Carmelo Barbagallo evidenzia il bisogno di riequilibrare la differenza di genere.