La riforma Pensioni 2017 è diventata probabilmente la tematica che suscita maggiori discussioni e polemiche rispetto a qualunque altro argomento. Già, soprattutto perché dopo i tanti discussi Ape social e Quota 41, è in procinto di partire la cosiddetta Fase 2 del confronto sulle pensioni. Dopo l'incontro di ieri tra Governo e sindacati, nel quale sono stati esposti tutti i punti che verranno portati avanti nei mesi di agosto e di settembre, secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, è stato fissato un calendario ricco di incontri che prenderà il via proprio a fine agosto da parte del ministro del Lavoro Poletti e i leader dei sindacati.

Riforma pensioni: ecco tutti gli impegni per la Fase 2

Saranno cinque i tavoli su cui si comincerà a discutere. Il primo, fissato per il 30 agosto, che si occuperà della previdenza riguardante la questione dei giovani e la pensione complementare, oltre che di eventuali agevolazioni riguardanti l'Ape social per le lavoratrici che svolgono mansioni di cura, di correttivi per le categorie escluse e dell'aspettativa di vita, della quale ha confermato le previsioni di incremento dell'età pensionabile proprio qualche giorno fa anche la Ragioneria Generale dello Stato. Il secondo appuntamento è previsto per il 31 agosto, durante il quale si parlerà di politiche attive e passive, di ammortizzatori e di Garanzia Giovani.

Piccola pausa prima del terzo tavolo previsto per il 7 settembre in cui verrà fatta una rivalutazione delle pensioni. Si punta a chiudere il confronto entro la fine di settembre comunque, così da poter inserire le modifiche che verranno attuate nella prossima legge di bilancio.

Riforma pensioni: i provvedimenti da attuare durante gli incontri

Durante questi incontri si prenderà in considerazione la possibilità di estendere le platee per quanto riguarda l'Ape social, limando i requisiti contributivi in modo da permettere alle donne di poter accedervi con più facilità. Si potrebbe scendere dagli attuali 30 a 27 anni di contribuzione per le lavoratrici, e dagli attuali 36 a 33 per le mansioni gravose.

Questo perché dai dati raccolti dall'Inps sulle domande pervenute entro lo scorso 15 luglio dalle donne, emerge la scarsità di istanze presentate dalle lavoratrici, probabilmente proprio perché i requisiti necessari erano troppo elevati.

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