Le ultime notizie sulla riforma pensioni, ad oggi, martedì 1 agosto 2017, sono relative ai dati diffusi dall'Istat relativi alle cosiddette 'Pensioni d'oro' percepite in questi primi sei mesi del 2017. Parleremo, inoltre, delle incognite che riguardano la partenza dell'ape volontaria, annunciata dal ministro Poletti per gli inizi del prossimo mese di settembre.

Pensioni, notizie oggi 1 agosto 2017: pensioni d'oro raddoppiate nel primo semestre

Se da una parte cresce la preoccupazione tra i giovani per la mancanza di lavoro e, soprattutto, per le grandi incognite che riguardano il loro futuro previdenziale, ecco che l'Istat comunica i dati relativi ai 'super pensionati' di questo primo semestre dell'anno 2017: sono 10.068 le persone che percepiscono una pensione superiore ai tremila euro al mese.

Il dato è particolarmente rilevante se consideriamo che nel 2016 erano 5699: ciò significa che, in un solo anno, sono quasi raddoppiate. E se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo aspettarci un'ulteriore crescita prima della fine del 2017, considerando che a dicembre 2016, le pensioni d'oro ammontavano complessivamente a 15.920.Un altro dato diffuso dall'Istat non può che farci riflettere ed è quello che riguarda la cifra dell'età pensionabile: se lo scorso anno si accedeva alla pensione, in media, a 66,9 anni, quest'anno ne servono almeno 67,1. A parziale consolazione, c'è da registrare la diminuzione delle cosiddette 'baby pensioni' che nel periodo gennaio-giugno 2017 sono passate a 10.908 contro le 14.828 registrate nel 2016.

Ultime notizie pensioni ad oggi 1 agosto 2017: Ape volontaria, ancora tante incognite

Ancora molte incognite per quanto riguarda la partenza dell'Ape volontaria. Se da una parte il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha parlato di inizio settembre come scadenza per l'avvio della nuova misura pensionistica, dall'altra occorre considerare l'enorme ritardo sui tempi previsti inizialmente.

Infatti, la trasmissione del decreto attuativo sull'Ape volontaria all’esame del Consiglio di Stato si è concretizzata quasi quattro mesi dopo i termini previsti per la sua entrata in vigore: una scadenza che, tra l'altro, era stata imposta dal Governo dalla legge 232/2016.

Ciò che più preoccupa, semmai, è un altro importante aspetto: infatti, se per i decreti relativi all'Ape Social e all'uscita per i lavoratori precoci era stata richiesta, dal Consiglio di Stato, la cosiddetta 'urgenza dell'adozione', ciò non è avvenuto per il decreto per l'Ape volontaria.

Tutto ciò avrebbe permesso di ottenere il parere in tempi più ristretti rispetto al mese necessario per la procedura normale. I ritardi, come ben sappiamo, sono stati attribuiti alla complessa definizione della normativa riguardante gli accordi con le banche e le assicurazioni. Occorre poi considerare che l'Ape volontaria è una misura di tipo sperimentale (fino al 31 dicembre 2018): ciò significa che più aumenta il ritardo sulla sua entrata in vigore e minori saranno i dati a disposizione per decidere se l'Ape volontaria potrà divenire o meno una misura strutturale.

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