I laureati fanno sentire con forza la loro voce nel mondo della scuola dopo l'immissione dei diplomati Itp (Insegnanti tecnico-pratici) nella II fascia delle graduatorie per l'insegnamento di sostegno in esecuzione della sentenza n. 9234/2017 del TAR del Lazio.
La denuncia
La protesta arriva dalla Provincia di Oristano, in Sardegna, dove in questi giorni si stanno effettuando le nomine degli insegnanti di sostegno. L'assegnazione dei posti avviene incrociando i punteggi di tutte le classi di concorso e scorrendo la graduatoria così composta, e al momento della formulazione della graduatoria stessa, ecco la sorpresa.
"Mentre un laureato che ha chiesto ora l'inserimento nelle graduatorie di insegnamento è stato inserito d'ufficio nella III fascia, - spiegano - sulla base di quanto disposto dal Tribunale amministrativo, 12 diplomati Itp, ovvero aspiranti insegnanti con diploma di maturità di tipo professionale o tecnico (cuochi, camerieri, ceramisti, informatici, chimici), sono stati immessi in Seconda fascia, e dunque davanti ai laureati stessi".
"Il risultato - denunciano - è che mentre i diplomati Itp saranno chiamati come insegnanti di sostegno, i laureati di III fascia, considerati 'non abilitati', resteranno a casa. Una situazione inaccettabile".
Problemi e criticità
Anni di studi e sacrifici che sembrano vanificati e sviliti da una sentenza che può far discutere.
"Un laureato di III fascia, - precisano - secondo il sistema vigente, sarà considerato abilitato all'insegnamento soltanto quando avrà conseguito il TFA, un percorso abilitante selettivo, composto di tre prove selettive. Questo iter comporta sacrifici e spese che ricadono principalmente sulle spalle dell'aspirante insegnante".
"La questione è ancora più delicata - sottolineato i laureati oristanesi - se si considera che oggetto dell'insegnamento in questione sono persone con difficoltà di apprendimento e handicap di vario genere, che avrebbero bisogno di insegnanti altamente preparati e qualificati. Cosa diranno i genitori quando sapranno che il docente di loro figlio non è laureato?".
A farne le spese, insomma, oltre ai laureati che scelgono la strada dell'insegnamento, rischiano di essere proprio i destinatari dello stesso: portatori di handicap o ragazzi con difficoltà di apprendimento.
Possibili soluzioni
Come uscir fuori, dunque, da questa situazione? "La soluzione più logica - prospettano i laureati - sarebbe quella che i diplomati Itp non concorrano per l'insegnamento di ruolo, ma siano utilizzati sulla base delle loro specifiche competenze, ovvero come tecnici di laboratorio". La denuncia arriva forte e chiara. Ora si attendono risposte.