Dalla legge di bilancio 2018 emerge un nuovo emendamento finalizzato a garantire una finestra di pensionamento anticipato di 7 anni rispetto alle pensione di vecchiaia o a quella di anzianità. Si tratta di una opzione che sarà disponibile per il prossimo triennio (dal 2018 al 2020) per chi rischia di restare disoccupato in età avanzata e con difficili prospettive di reinserimento nel mercato del lavoro. Il provvedimento è quindi finalizzato a consentire il prepensionamento a partire dai 60 anni di età tramite la firma di accordi di accompagnamento alla quiescenza.

Vediamo insieme di cosa si tratta nel nostro nuovo articolo di approfondimento

Pensioni anticipate: come funziona il nuovo meccanismo di uscita con 7 anni di anticipo

Il provvedimento è contenuto all'interno del mini-pacchetto di interventi previsti dal Governo sul comparto previdenziale. Per quanto riguarda la platea dei potenziali fruitori, gli accordi di uscita saranno possibili per datori di lavoro con più di 15 dipendenti e con piani di esubero in corso nel prossimo triennio. La legge Fornero consentiva già una simile opzione di flessibilità, ma il pensionamento anticipato era possibile per un massimo di quattro anni dalla data di accesso all'Inps. Con la nuova misura si estende quindi di ulteriori tre anni la finestra di uscita dal lavoro.

Da notare che l'opzione si apre anche per la pensione di anzianità, pertanto anche a chi possiede una ipotetica quota 37 - 38 di contributi versati.

Le altre misure di prepensionamento disponibili il prossimo anno

La nuova opzione di uscita con 7 anni di anticipo si unisce agli altri provvedimenti semi-pubblici o privati disponibili a partire dal 2018.

Nei prossimi mesi dovrebbe infatti diventare finalmente disponibile l'APE volontaria. Mentre una ulteriore opzione di uscita legata ai fondi pensione di secondo pilastro sarebbe garantita dalla nuova RITA, che nei casi di inoccupazione superiore a 24 mesi consentirà l'accesso al proprio montante sotto forma di rendita con ben 10 anni di anticipo.

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