Nella giornata di ieri la Commissione Bilancio del Senato ha votato l'emendamento del governo riguardante il blocco dell'aspettativa di vita per chi svolge lavori gravosi. Confermate le 15 categorie esentate dall'innalzamento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, che potranno così andare in quiescenza a 66 anni e 7 mesi anche nel biennio 2019-2020, quando il resto dei lavoratori andrà 5 mesi più tardi. Intanto, da indiscrezioni de Il Sole 24 Ore, torna in auge la proroga di Ape social e Opzione Donna fino al 2019. L'articolo, a cura di Marco Rogari, specialmente per le donne, risulta essere sorprendente, poiché sul regime sperimentale delle lavoratrici si è quasi sempre fatto riferimento alla scadenza del 31 dicembre 2018.
Alla Camera si discuterà dell'allargamento di Ape social
Dopo l'ok del Senato sul pacchetto Pensioni del governo, la partita si trasferisce adesso alla Camera dei Deputati. Intervenuto a margine delle celebrazioni dei 70 anni di Confapi, Giuliano Poletti aveva rinviato il tutto al prossimo 30 novembre. Una data non casuale, poiché per quel giorno si terrà la Conferenza dei servizi, attraverso cui si conosceranno le reali risorse a disposizione dell'esecutivo, in modo da rendere più centrato possibile l'emendamento dell'Ape social.
Si parla con insistenza di un allargamento della platea dei beneficiari dell'anticipo pensionistico agevolato, estendendolo alle nuove quattro categorie individuate per l'esenzione della cosiddetta quota 67, vale a dire siderurgici, braccianti, marittimi e pescatori.
Dovrebbero essere confermati invece i requisiti anagrafici e contributivi. Potranno dunque presentare richiesta i lavoratori che hanno compiuto almeno 63 anni ed hanno 30 anni di anzianità contributiva (36 per chi rientra nelle 11+4 categorie delle mansioni gravose).
A seconda delle risorse finanziarie disponibili, oltre al numero più ampio di soggetti interessati, l'emendamento potrebbe contenere una proroga fino al 2019 dell'Ape sociale.
Se non vi sono dubbi circa la conferma dell'anticipo pensionistico per le categorie di lavoratori italiani più in difficoltà per tutto il 2018, l'estensione della misura anche all'anno successivo sarebbe un segnale estremamente positivo da parte del governo Gentiloni, soprattutto in considerazione del fatto che ci si trova a fine legislatura.
La Commissione Bilancio di Palazzo Madama ha inoltre dato il via libera ad un ulteriore correttivo, riguardante gli esuberi delle grandi aziende con più di 15 dipendenti. La proposta di Ala (Alleanza liberalpopolare-autonomie), che fa riferimento politico a Denis Verdini, prevede le uscite incentivate fino a 7 anni per i lavoratori (l'attuale limite degli anni di accompagnamento è fissato a 4), in caso di ristrutturazione aziendale. Ulteriori novità sono attese nei prossimi giorni, quando gli emendamenti della nuova manovra finanziaria saranno attesi alla votazione della Camera.
L'indiscrezione su Opzione Donna
Nell'articolo a firma di Marco Rogari de Il Sole 24 Ore, nel paragrafo dedicato alla possibile estensione dell'Ape social, si è fatto riferimento anche alla proroga di Opzione Donna al 2019.
Un'indiscrezione di grande peso, considerando le migliaia di lavoratrici che attendono novità importanti sul fronte di OD. Il giornalista del quotidiano economico sottolinea però il problema delle risorse economiche, uno scoglio che potrebbe diventare insormontabile. Intanto, è stato ritirato l'emendamento delle senatrici Bellot, Bisinella e Munerato (22.0.27, art. 22), riguardante la proroga del regime sperimentale pensato per le donne al 31 dicembre 2018. Su quest'ultima notizia, seguiranno ulteriori approfondimenti in giornata.