Mentre sull'argomento della riforma Pensioni 2017 si continua a discutere per quanto riguarda l'aumento dell'età pensionabile in base al meccanismo legato all'aspettativa di vita, per quanto concerne l'uscita anticipata pare che il prepensionamento sia stato esteso di ulteriori tre anni. Infatti, si apre un piccolo spiraglio di luce per coloro i quali sono vicini alla pensione: l'emendamento approvato, che è in attesa del via libera da parte dell'Aula del Senato, prevede che l'uscita anticipata passi da quattro a sette anni nel triennio che va dal 2018 al 2020.

Riforma pensioni: ecco la norma che permetterà l'uscita a 7 anni dalla pensione

A riportare questa interessante novità è il sito PensioniOggi.it, secondo il quale l'emendamento afferma che limitatamente al periodo che va dal 2018 al 2020 i requisiti minimi per poter uscire prima dal lavoro, indicati dall'articolo 4, comma 2 del 2012, possono passare da 4 a 7 anni. Va detto che l'isopensione, ovvero ciò di cui stiamo parlando, può essere usato soltanto da aziende che hanno in media più di 15 dipendenti che sono coinvolte in un piano di ristrutturazione aziendale solo se c'è stato un'intesa antecedente tra la stessa azienda, l'Inps e i sindacati. Attraverso questo strumento, infatti, i lavoratori possono guadagnare l'uscita anticipata a condizione che sia l'azienda stessa a pagare l'assegno pari all'equivalente della pensione per tutto il periodo di esodo, fino al momento in cui il lavoratore abbia raggiunto i requisiti necessari per andare in pensione.

Riforma pensioni: a chi è rivolta?

Se prima la legge prevedeva un anticipo di quattro anni dunque, grazie alla modifica approvata al Governo l'anticipo può arrivare a sette anni, sempre a patto che ci sia la consensualità dell'azienda. Dal 2018 al 2020, quindi, questa possibilità sarà rivolta a lavoratori che abbiano non meno di 60-61 anni oppure a coloro i quali abbiano 37-38 anni di contribuzione.

Questa novità, quindi, andrà ad aggiungersi all'APe aziendale, come un altro strumento utile e disponibile per le aziende che volessero incentivare il ricambio generazionale con l'uscita dei più anziani e l'ingresso di giovani all'interno delle aziende. Ricordiamo, infine, che questa norma è valida solamente per le aziende del settore privato.

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