La storia è di quelle tipiche italiane, incluso il surplus di burocrazia e di costi aggiuntivi.

Stiamo parlando del nuovo bando per i laureati e laureandi che vogliono accedere al concorso per l'insegnamento nella Scuola secondaria pur non avendo esperienza nell'insegnamento.

Il fatto sconcertante è che i 24 crediti che vanno acquisiti riguardano soprattutto i settori disciplinari delle scienze umane; più precisamente Psicologia, Antropologia, Pedagogia e scienze della Didattica, ma purtroppo anche studenti e studentesse, laureati e laureate che hanno già una laurea in uno di questi settori, non risultano ancora possedere tutti i crediti ritenuti necessari dal Ministero della Pubblica Istruzione, il MIUR.

Ecco quindi che molti laureati nel settore sociale e psicologico si sono visti rifiutare la loro domanda nonostante abbiano studiato proprio quelle materie necessarie ad insegnare.

Cosa fare quindi?

Chi è già laureato, anche in Psicologia e Pedagogia ad esempio, deve comunque iscriversi nuovamente all'Università e sostenere quegli esami che gli mancano, spendendo quindi i denari per l'iscrizione e per gli esami. Se vuole, può comunque iscriversi ai corsi universitari predisposti per ottenere i 24 crediti formativi (la laurea non basta!) ma deve comunque spendere sino ai 500 euro per potere intraprendere questo percorso ulteriore.

Sono in molti, sui social e non solo, a parlare di una "truffa legalizzata" e di una scelta assolutamente infelice, come molte altre portate avanti in Italia nel campo dell'istruzione e che vede i docenti costretti a sacrifici poco ragionevoli.

Il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ha fatto sapere che i tempi sono davvero ristretti, e visto che il sollevamento generale è stato imponente, molto probabilmente il bando slitterà, in modo che chi ne ha diritto possa comunque mettersi in pari. Alcuni al Miur dicono che il bando potrebbe slittare a marzo del 2018, il che permetterebbe quantomeno un poco più di respiro a chi si deve mettere al passo con le richieste del ministero.

Tanti casi e tante spese

Se andiamo a sentire le vicende di chi è interessato a diventare insegnante, lo scenario appare davvero sconcertante. Infatti, anche se si è laureati ed il Ministero ha riconosciuto che sono stati sostenuti tutti gli esami necessari, si deve nuovamente mettere mano al portafoglio per farsi riconoscere i crediti dall'università, il che appare illogico ma tristemente vero.

Ci si immatricola, si spendono i soldi per avere il riconoscimento, circa 200 euro senza contare le spese accessorie relative alla marca da bollo e quant'altro. Senza parlare poi di chi, appunto, ha già svolto il suo percorso di studio nei settori disciplinari relativi ai crediti da conseguire, ma che non risulta comunque idoneo.

A loro non resta altro da fare che ri-iscriversi all'università, sostenere gli esami mancanti, quindi iscriversi al percorso per ottenere i 24 crediti formativi, dando esami per cui hanno già studiato ed anche in modo più approfondito.

Ecco perché a guadagnarci sono soprattutto quelle università che offrono servizi on line in quanto a formazione.

Truffa legalizzata, burocrazia italiana o semplicemente poco senso pratico? Intanto, si deve sempre e comunque metter mano al portafoglio per poter sperare di trovare un lavoro, soprattutto nella Scuola.