In attesa del nuovo anno oramai alle porte, nella giornata di ieri vi abbiamo proposto il calendario di tutti i pagamenti degli assegni pensionistici del 2018, ma la riforma Pensioni 2017 continua a far discutere soprattutto in merito ai due strumenti introdotti proprio quest'anno, l'APe sociale e l'ape volontaria, due anticipi pensionistici diventati legge un anno fa con la manovra di Bilancio ma che sono stati colpiti da una miriade di problemi che ne hanno inficiato la loro efficacia. Secondo quanto riportato dal quotidiano Corriere della Sera, non è stato ancora emesso alcun pagamento, né per quanto riguarda l'APe sociale né per quanto concerne la volontaria.

Tra APe social e volontaria: un vero e proprio fallimento per la riforma pensioni

I due provvedimenti, che sarebbero dovuti partire già dall'1 maggio del 2017, hanno subito tantissimi ritardi e aggiunti ai severi criteri di accesso, hanno fatto sì che il tutto diventasse piuttosto complicato. In entrambe le forme di APe ci sarebbe la possibilità di uscire dal lavoro a 63 anni, cioè fino a 3 anni e 7 mesi prima del requisito necessario oggi per accedere alle pensioni (66 anni e 7 mesi). Per quanto riguarda l'APe sociale però, i ritardi per i decreti attuativi e i requisiti d'accesso piuttosto restrittivi, saranno soltanto 18.902 le persone che potranno usufruirne stando ai dati riportati dalla Cgil.

Se venissero coinvolti anche i lavoratori precoci poi, che dovrebbero essere 12.388, la spesa per lo Stato sarebbe di circa 90 milioni di euro per l'Ape Social (a fronte dei 300 stanziati), e 56 milioni per la Quota 41 (a fronte dei 350 stanziati). Un risparmio netto di 504 milioni di euro perché saranno accolte neanche la metà delle domande presentate.

A rincarare la dose ci pensano i pagamenti, perché i primi assegni li si vedranno soltanto a gennaio composti anche degli arretrati soltanto per 11.624 soggetti. I lavoratori precoci che avranno la Quota 41 con gli arretrati saranno soltanto 3.495.

Insomma, le discussioni in merito alla riforma pensioni 2017 non accennano a diminuire nonostante ci stiamo avvicinando ormai alla fine dell'anno.

A farne maggiormente le spese però, come al solito, sono i cittadini, e questo non fa assolutamente bene. A questo punto non ci resta che attendere per capire come si evolverà questa intricata questione.

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