Sempre caldo sui social il dibattito sulla riforma Pensioni 2017 specie a seguito del successo della manifestazione organizzata dalla Cgil in differenti piazze d'Italia sabato 2 dicembre, a cui hanno partecipato, gridando la loro rabbia sul palco, i lavoratori precoci e le donne. Inoltre il confronto sul web ruota intorno alle domande di riesame per ape sociale e precoci, di cui l'Inps ha dato i primi dati e sulle speranze, sempre più ridotte al lumicino, concernenti un eventuale proroga dell'opzione donna al 2018. Le speranze si sono affievolite dopo che è stata diffusa la "Relazione sull'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 23 agosto 2004, n.
243, concernente un regime sperimentale di accesso alla pensione anticipata di anzianità per le lavoratrici, aggiornata al 31 agosto 2017 (Doc. CCXLVIII, n. 2)”. Vediamo i dettagli ed il punto della situazione al 4 dicembre 2017.
Pensioni precoci, i capisaldi restano stop adv e quota 41, pagamento assegno in vista
I lavoratori precoci continuano a richiedere a gran voce lo stop dell'aspettativa di vita per tutti coloro che hanno già alle spalle 41 anni di contributi versati, indipendentemente dal mestiere svolto, perché dopo una vita passata sul posto di lavoro, tutti i mestieri divengono ugualmente usuranti. Le altre 4 categorie inserite dal Governo, che si aggiungono alle precedente 11 stabilite per l'accesso alla pensione anticipata quota 41 e ape sociale, a loro avviso non fanno che creare ulteriori ineguaglianze.
Una assurda 'guerra tra poveri' la definiscono, chi può oggettivamente stabilire che un metalmeccanico, al momento escluso dalle categorie gravose, fa un lavoro meno pesante rispetto ad una maestra d'asilo o al personale infermieristico che lavora su turni? La questione effettivamente è molto delicata, e sui social 'impazzano' le polemiche e le richieste di continue spiegazioni al Governo da parte dei lavoratori che si sono sentiti nuovamente esclusi dalla possibilità di vedersi esentati dallo stop dell'innalzamento dell'età pensionabile dal 2019.
La seconda richiesta dei precoci resta la quota 41 per tutti, che ormai sembra un sogno irraggiungibile, visto il poco ottenuto per la prossima Legge di bilancio 2018. Le uniche buone nuove per 'apisti ' e precoci sono relative a coloro che hanno presentato la domanda di pensione anticipata. Infatti, coloro che hanno presentato la richiesta entro il 15 luglio scorso, fa sapere l'Inps, dal mese di gennaio si vedranno finalmente pagare gli arretrati e dal mese di febbraio partirà l'erogazione mensile dell'assegno pensionistico.
Mentre per quanti avranno presentato la domanda entro il 30 novembre, se vi sarà riscontro positivo, l'erogazione dell'assegno dovrebbe, il condizionale resta d'obbligo, iniziare a ricevere l'assegno tra circa 4 mesi. L'Inps ha fatto sapere che sono sopraggiunte altre 16.900 domande tra ape sociale e precoci, le quali saranno istruite nel più breve tempo possibile.
Opzione donna, per la proroga quali speranze?
Anche le donne richiedenti la proroga del regime sperimentale 243/2004 al 2018 erano in piazza sabato 2 dicembre con striscioni e magliette, ma la loro situazione si fa sempre più complessa ed irta. Infatti le speranze che una proroga del regime sperimentale possa verificarsi sono sempre più ridotte al lumicino dal momento che sebbene siano risultate risorse in avanzo, dalla relazione trasmessa alle Camere da parte del Ministero del Lavoro.
La stessa precisa che sebbene, alla data del monitoraggio, l'ammontare a suo tempo richiesto e stanziato per sostenere la misura dell'opzione donna risulti non utilizzato completamente, questo non verrà utilizzato per l’eventuale attuazione di altri provvedimenti aventi carattere previdenziale, ivi compresa la proroga della misura stessa. La ragione è insita nel fatto che, sebbene i dati del contatore sembrino dare ragione a quante sostengono che le risorse vi sono, in realtà, le stesse, come ci aveva già spiegato l'onorevole Anna Giacobbe in una recente intervista, servono per coloro che hanno già maturato il diritto alla pensione, ma non ne hanno ancora fruito. In sostanza il diritto risulta 'cristallizzato' e le beneficiarie potrebbero farne richiesta in qualsiasi momento, ragione per cui i fondi non possono essere destinati per altro, tra cui la proroga al 2018.
Ora non resta che comprendere cosa deciderà di fare il Governo a favore delle donne che a detta di molti politici, con cui ci siamo confrontati, sono comunque 'in credito' per il massiccio lavoro di cura che pesa sulle loro spalle.