I dati sull'occupazione pubblicati dall'ISTAT dipingono un quadro problematico:

  • Nell'ultimo mese si regista un'inversione rispetto al rilevamento precedente con una diminuzione degli occupati dello 0,3% (-66 mila), tornando al livello di ottobre.
  • Il tasso di occupazione scende al 58,0% (-0,2 punti percentuali).
  • Nell'ultimo trimestre del 2017 la crescita degli occupati è molto contenuta (+0,1%, +16 mila unità) e riguarda principalmente gli over 50; inoltre riguarda solo i contratti a termine a fronte di un calo per indipendenti e contratti a tempo indeterminato.
  • Anche su base annua si registra un calo dei lavoratori indipendenti (-105 mila unità) e di quelli permanenti (più lieve - 25mila unità) a fronte di un aumento dei lavoratori a termine (+0,8%, +173 mila)

L'aumento degli inattivi spiega il calo dei disoccupati

Francesco Seghezzi, direttore della fondazione ADAPT, ha commentato il dato sul 2017 evidenziandone le criticità.

Il dato del mese di dicembre risulta negativo con un calo degli occupati di 66 mila unità e un'incremento di 112mila unità per gli inattivi. In particolare, questi due fattori consentono di leggere il calo dei disoccupati pari a 47mila unità in un'ottica meno positiva di quanto riportato da alcune testate giornalistiche.

L'aumento degli inattivi conferma un trend osservato nel corso di tutto l'anno, che si è concluso con un aumento dello 0.2% di questo valore. Seppure il dato in termini percentuali sia inferiore al calo della disoccupazione pari all'1%, tuttavia fa riferimento a una grandezza più numerosa: gli inattivi sono 4.8 milioni a fronte di 1,5 milioni di disoccupati.

L'occupazione è sempre più a termine

Un aspetto particolarmente rilevante riguarda la ripartizione dei nuovi occupati tra lavoratori a termine e permanenti. A fronte di una variazione positiva su base annua degli occupati lavoratori dipendenti pari a 278 mila nuove unità, si registrano 303 mila nuovi contratti a termine e una diminuzione di 25mila unità nei lavori a tempo indeterminato.

ll calo dei contratti a tempo indeterminato costituisce un evento insolito e va anche messo in relazione con la fine degli incentivi che avrebbero dovuto incentivare questa tipologia contrattuale.

Questo punto solleva importanti interrogativi per quanto concerne le politiche attive che andrebbero implementate al fine di favorire la transizione dai contratti temporanei a quelli permanenti.

Ultimo elemento di rilievo, la fascia degli over 50 risulta quella caratterizzata dal maggiore incremento occupazionale per effetto combinato della legge Fornero che ha aumentato l'età pensionabile e del trend generale di invecchiamento della popolazione.