"Noi proponiamo di rendere strutturale l'Ape Sociale, che scade alla fine di quest'anno e che consente di andare in pensione a partire dai 63 anni a chi rientra nelle 15 categorie di lavori gravosi", lo ha spiegato il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che nel bel mezzo della campagna elettorale continua a premere sulla necessità degli interventi in materia previdenziale ancora da attuare.

Damiano contrario alla cancellazione della Legge Fornero

Si tratta di un programma ben diverso da quello siglato dalla Lega Nord e dal Movimento 5 Stelle che mirano alla cancellazione definitiva della precedente Riforma Fornero e l'introduzione di alcuni meccanismi di pensionamento anticipato.

Come affermato dallo stesso Damiano, infatti, il Partito Democratico mirerebbe soltanto alla continuazione della revisione della legge previdenziale che è stata già avviata con l'approvazione dell'Ape Sociale, dell'Ape volontario e della Quota 41 a favore dei lavoratori precoci.

Nuove proposte su esodati e opzione donna

L'ex ministro del Lavoro chiede inoltre, l'approvazione di una nona misura di salvaguardia a favore degli esodati che potrebbe risolvere in via definitiva il noto problema riscontrato nel lontano 2012 con l'entrata in vigore della Legge Fornero oltre alla proroga dell'Opzione Donna rivolta alle lavoratrici con almeno 57 anni di età anagrafica e 35 anni di versamenti contributivi maturati entro il 31 dicembre 2015.

Di fondamentale importanza, è anche la revisione del vincolo introdotto dalla precedente Legge di Stabilità riguardante i lavoratori precoci, i quali per accedere alla Quota 41 dovranno dimostrare di aver iniziato la propria attività lavorativa prima del compimento del 19 esimo anno di età. Nella proposta del deputato Dem spazio anche ai giovani per i quali si potrebbe pensare alla realizzazione della pensione contributiva oltre all'estensione della categorie dei lavori gravosi e l'abbassamento del minimo pensionistico dall'attuale soglia da 1,5 a 1,2.

"Facciamo un altro sforzo con gradualità e con spirito autenticamente realistico e riformista", ha detto ancora Damiano ricordando l'importante passo che stava per compiere l'esecutivo alcune settimane fa: concedere la possibilità di cumulare l'assegno sociale e la pensione contributiva al fine di dare la possibilità ai lavoratori privi di reddito di raggiungere almeno un importo pari a 675 euro mensili sull'assegno previdenziale.