La borsa è riuscita ad affrontare con razionalità la nuova tornata elettorale italiana, ma nonostante ciò dagli ambienti della finanza si leva un certo nervosismo in merito alla situazione di incertezza che si è venuta a creare. A pochi giorni dalla chiusura del voto emergono infatti le prime preoccupazioni da parte dell'agenzia di rating Moody's, che nella giornata di ieri ha espresso i propri timori circa la tenuta dei conti. Secondo quanto riportato all'interno di un dispaccio, "l'esito delle elezioni italiane di domenica, che rende al momento lungo e incerto il processo di formazione di un nuovo Governo, aggiunge elementi di sfida strutturale su economia e Conti Pubblici per il paese".

Occhi puntati sul prossimo esecutivo e sul rischio di un ritorno alle urne

Il primo dato che fa temere una situazione di instabilità riguarda la formazione del prossimo governo, un rebus per il quale al momento non sembra delinearsi una facile soluzione. In questo senso, al di là del mero aspetto politico e delle possibili alleanze che si verranno a creare, ciò che preoccupa maggiormente i mercati è il rischio di una situazione di mancato accordo. Lo scenario peggiore porterebbe infatti a nuove elezioni; un'eventualità che Moody's non esclude e che secondo i ricercatori potrebbe addirittura verificarsi "nel giro di pochi mesi". Ma anche se ciò non avvenisse, resta pur sempre il rischio di un esecutivo che "probabilmente non sarà molto stabile" e che sarà chiamato a garantire "credibilità all'Italia".

Il riferimento va in particolare alla pianificazione fiscale ed all'impiego del budget pubblico, elementi che assieme al debito "saranno altamente rilevanti" per il nostro Paese.

La sfida del comparto previdenziale ed il monito sulla riforma delle pensioni

Un altro punto che secondo l'agenzia di rating potrebbe generare rischi di tenuta del Paese riguarda il depotenziamento delle riforme precedenti attuate nel comparto previdenziale e nelle politiche del lavoro.

Il riferimento va ai propositi espressi sulla necessità di modificare e superare la legge Fornero del 2011. Uno scenario per il quale si prevedono effetti "negativi sul merito di credito dell'Italia". Se è vero infatti che dalle votazioni non emerge una maggioranza precisa (nessuna forza politica raggiunge alla Camera i 316 seggi necessari per garantire una forma di governo stabile), bisogna però rilevare che Lega e Movimento 5 Stelle hanno raccolto insieme il favore di un italiano su due.

Entrambi nel proprio programma politico hanno previsto riforme importanti sia in campo previdenziale (ad esempio con l'avvio delle quote 41 e 100) che in quello del welfare (si pensi all'idea di istituire un reddito di cittadinanza).

Il momento di attesa e le prossime scadenze economiche

Stante la situazione appena descritta, si può comprendere come il momento resti delicato, sebbene la situazione possa definirsi di attesa. Gli operatori del settore finanziario osservano con attenzione l'evolvere della situazione, in attesa di scoprire come saranno affrontate le prossime scadenze chiave dell'agenda economica. Oltre alla "gestione" delle promesse elettorali, il prossimo Governo si troverà ad affrontare anche l'applicazione delle cosiddette clausole di salvaguardia dei conti.

Tra queste c'è il temuto aumento dell'IVA, che dovrebbe prendere forma nella seconda metà dell'anno. Contemporaneamente, anche la BCE dovrebbe rallentare o terminare del tutto l'acquisto di titoli pubblici. Un processo che nel recente passato ha aiutato non poco a calmierare l'impatto dell'incertezza politica rispetto allo spread.

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