Le ultime novità sulle Pensioni e sul welfare ad oggi 11 marzo 2018 vedono proseguire in modo netto le contrapposizioni politiche sul reddito di cittadinanza. Nel frattempo dal partito democratico si punta il dito contro le proposte previdenziali considerate come irrealizzabili, mentre i sindacati chiedono un intervento di riduzione del cuneo fiscale e di calmieramento dell'imposizione su lavoro e assegni pensionistici. Vediamo insieme tutti i dettagli nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
Salvini (Lega): no a reddito per chi sta a casa
Il leader della Lega Matteo Salvini si è espresso in maniera contraria alla creazione di un reddito di cittadinanza.
"Se tutti dicono che al centro del programma di governo deve esserci il lavoro, riteniamo che su questo tema il programma del centrodestra abbia proposte concrete e realizzabili. E io ho ben chiaro che cosa proporremo noi. Sicuramente non un reddito per chi sta a casa". Secondo l'esponente leghista, è necessario invece ridurre l'imposizione fiscale sul lavoro, perché la politica della Lega risulta distante da un'azione assistenziale. Al contrario, il partito punta a rilanciare la crescita di tutto il Paese; proprio in questo senso vengono quindi interpretati i voti ricevuti nel sud Italia, ha concluso Salvini.
Rossi (LeU): occorre tornare alle idee ed ai principi del socialismo
"Dopo la sconfitta, per costruire la sinistra del nuovo secolo, occorre a mio avviso tornare alle idee e ai principi del socialismo".
Lo afferma il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, rimarcando la necessità di effettuare "una analisi critica della società capitalistica e a proposte forti e chiare per la piena occupazione, contro la precarietà e per la riduzione del l’orario di lavoro, per salari e pensioni dignitose, per una sanità, una scuola e un’università pubbliche, di qualità e accessibili a tutti, per servizi pubblici controllati dallo Stato nell’interesse di tutti, per investimenti pubblici nella sicurezza idrogeologica e sismica e nella rigenerazione delle città".
Damiano (PD) contro le promesse impossibili
"È chiaro che mille euro di pensione a prescindere dai contributi versati o addirittura con zero contributi rappresentano una promessa non realizzabile". Lo afferma l'ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano puntando il dito contro i rischi di una simile promessa elettorale. Secondo l'esponente democratico, questo genere di proposte "può indurre al lavoro nero" perché "se la pensione me la danno a prescindere dai contributi, perché mai devo cercare un posto di lavoro regolare?”.
Furlan (Cisl) necessario rendere strutturale detassazione su retribuzioni e pensioni
La Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan è tornata a ribadire la necessità per il futuro Governo di intervenire in merito all'imposizione su pensioni e lavoro, agendo per una sua riduzione. Per la sindacalista, bisogna "non solo rendere strutturale la detassazione del secondo livello contrattuale per agevolare il percorso di crescita della produttività e dei salari, ma bisogna intervenire anche sul cuneo fiscale attraverso una riduzione del costo del lavoro, diminuendo i contributi a carico dell'impresa, con una parallela riduzione della pressione fiscale e/o contributiva sulle retribuzioni e sulle pensioni anche per stimolare la crescita dei consumi".
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