Lei si chiama Valeria, ha 35 anni e la possiamo definire, paradossalmente, una 'vittima del decreto dignità'. La donna ha raggiunto i 24 mesi previsti come tetto massimo per i contratti a tempo determinato e, dunque, il suo rapporto di Lavoro non verrà rinnovato. Momento di grande sconforto da parte di questa signora romana, madre di due figli di cui uno nato due settimane fa, che ha illustrato la sua situazione a Repubblica. La vicenda mette in mostra il rovescio della medaglia del nuovo decreto che disciplina le politiche del lavoro, fortissimamente voluto dal ministro Luigi Di Maio: in questo caso ha fornito un involontario 'assist' all'impresa in questione che, pertanto, ha preferito fare a meno della lavoratrice precaria piuttosto che procedere alla sua stabilizzazione.

Potrebbe pertanto prestarsi a strumentalizzazioni di natura Politica, ma non è assolutamente il caso, perché l'attenzione va essenzialmente puntata sulla perdita di un posto di lavoro e sull'aumento delle incertezze per il futuro da parte della protagonista, suo malgrado, di questa storia.

'Una profonda ingiustizia'

Valeria lavorava con Anpal Servizi, azienda che fornisce operatori all'Agenzia per le politiche attive del lavoro usufruendo di fondi comunitari. La donna sente di essere vittima di "una profonda ingiustizia" e si sente ferita perché "ad una donna e neomamma viene fatto intendere che è meglio restare a casa, anziché essere stabilizzata". In effetti le nuove normative previste dal decreto dignità sono state un'abile pretesto per l'azienda in questione, perfettamente legale oltretutto, che ha chiamato Valeria e, con soli 5 giorni di preavviso, ha reso noto l'impossibilità di prorogare ulteriormente il contratto a a causa delle nuove regole.

La donna, in possesso di una laurea in Scienze politiche conseguita all'Università La Sapienza, aveva il compito presso l'Anpal di selezionare le aziende in grado di accedere ai fondi previsti per chi attiva alternanza scuola-lavoro o contratti di apprendistato. Era stata assunta nel 2014 con un contratto a progetto e due anni dopo con il tempo determinato.

Scaduto il tempo massimo di 24 mesi, non può più essere assunta a meno che non venga stabilizzata. Un pò il destino che potrebbe attendere molti precari: relativamente all'Anpal sono 800 i soggetti che lavorano con contratti a termine, su 1.200 dipendenti complessivi. Qualche giorno fa l'amministratore unico dell'azienda, Maurizio Del Conte, aveva espresso solidarietà al Coordinamento nazionale precari nel corso di un'audizione in Senato. Relativamente all'Anpal, il Coordinamento aveva contestato le condizioni di lavoro estreamente incerte.