Si profila un taglio decisamente pesante per le pensioni d'oro, per tutti coloro che percepiscono un assegno dai 4mila euro netti in su, vale a dire 80mila euro lordi all'anno. Secondo le intenzioni del Governo, non ci sarebbe il ricalcolo con il metodo contributivo, bensì un taglio ben più netto e pesante, quantificabile tra il dieci e il 20 per cento dell'importo: il taglio sarà proporzionale all'anticipo del pensionamento.
Taglio pensioni d'oro tra il 10 e il 20 per cento
L'obiettivo è quello di riuscire a recuperare 500 milioni di euro all'anno per permettere il rialzo delle Pensioni minime e sociali.
Il disegno di legge, firmato dai due capigruppo di maggioranza alla Camera (Francesco D'Uva per il Movimento Cinque Stelle e Riccardo Molinari per la Lega) punta soprattutto al concetto della 'forte istanza sociale di solidarietà'. Il criterio sarà quello di togliere a chi ha per dare quella somma a chi non ha: in particolar modo, risulterà maggiormente penalizzato chi è andato in pensione prima e, naturalmente, chi ci andrà in futuro. In pratica, verrà applicato con modalità retroattiva, il principio attuale della speranza di vita, andando indietro nel tempo sino agli anni settanta.
Cambia l’età per il trattamento di vecchiaia: le donne le più penalizzate
Il quotidiano 'Repubblica', a questo proposito, ha fatto l'esempio del 1995, quando per andare in pensione occorrevano 62 anni di età per gli uomini e 57 per le donne: in base al nuovo ricalcolo messo a punto dal Governo Conte, si prenderà come punto di riferimento i 64 anni.
In base a questo nuovo paletto, ovvero i 64 anni, verrà applicata la penalizzazione che, come facilmente comprensibile, andrà a colpire maggiormente le donne che, a loro insaputa di ciò che sarebbe successo oltre vent'anni dopo, dovranno subire un taglio della loro pensione attorno al 20 per cento, per via dei 7 anni di 'anticipo pensionistico'.
Secondo l'esperto di previdenza Stefano Patriarca, il nuovo provvedimento andrà a colpire una piccola platea (le stime parlano di circa 68mila soggetti) ma la penalizzazione sarà particolarmente severa. Secondo il fondatore di Tabula, poi, esiste un altro rischio, quello della bocciatura della Consulta. Un provvedimento che, dunque, non mancherà di far discutere e che, indubbiamente, rischia di venire severamente osteggiato per alcune incongruenze presenti nel testo di legge.