La Lega di Matteo Salvini nei giorni scorsi, a proposito del ddl sottoscritto insieme al Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio sul taglio delle Pensioni considerate d’oro, ha espresso delle perplessità. Il testo, già depositato alla Camera dei Deputati dai due gruppi parlamentari, prevede il ricalcolo della porzione retributiva degli assegni previdenziali superiori ai 4000 euro mensili netti, una misura che assicurerebbe cinquecento milioni di risparmi che dovrebbero poi essere riutilizzati per aumentare a 780 euro le pensioni minime.

Confronto sulle pensioni tra tecnici Lega e M5s

Su questo riprenderà il confronto nei prossimi giorni, mentre si resta in attesa di conoscere i dettagli del piano di riforma delle pensioni del governo gialloverde che, stando a quanto prevede il contratto di programma stipulato tra Lega e Movimento 5 stelle, prevede lo stop alla legge Fornero, la quota 100 data dalla somma tra anzianità contributiva ed età anagrafica, la proroga del regime sperimentale di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici, la quota 41 per i lavoratori precoci a prescindere dall’età.

In questi giorni si stanno confrontando sul taglio alle pensioni d’oro e il meccanismo ipotizzato i tecnici leghisti e pentastellati.

La Lega sembra caldeggiare la proposta del contributo di solidarietà piuttosto che quella dei tagli: il meccanismo ipotizzato dal Carroccio sarebbe quello proposto da Alberto Brambilla, cioè piano triennale sulle pensioni da 2000 euro mensili lordi tra i cinque e i sette euro mensili per “raccogliere” così sino a un miliardo e mezzo.

Pensioni di cittadinanza, servono 4,2 miliardi

Sulla questione si punta a trovare una soluzione da mettere nero su bianco a settembre e il confronto ripartirà da domani, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore. Restano da fare diversi calcoli: servirebbero almeno 4,2 miliardi di euro, secondo stime molte prudenziali, per garantire l’aumento delle pensioni minime (chiamate dai 5 Stelle pensioni di cittadinanza) a 780 euro mensili netti e, nel caso delle coppie, a 1170 mensili netti.

Una “misura simbolo” per il Movimento 5 stelle che in questi anni ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia insieme al cosiddetto reddito di cittadinanza. Non resta che seguire l’evolversi della situazione per capire che piega prenderà il disegno di legge presentato a Montecitorio e quali saranno le misure previdenziali che troveranno spazio nella legge di Bilancio 2019 che sarà discussa in autunno.